assunzione della Madonna
dipinto,
ca 1720 - ca 1720
Gabbiani Anton Domenico (1652/ 1726)
1652/ 1726
n.p
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gabbiani Anton Domenico (1652/ 1726)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto narra Francesco Saverio Baldinucci, Anton Domenico Gabbiani realizzò questo dipinto nel 1720 per il granduca Cosimo III, che espresse la sua soddisfazione ricompensando l'artista con 800 piastre. Ignazio Hugford cita quest'opera che venne, secondo la sua testimonianza, commissionata all'artista subito dopo il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e il Padre Eterno (Gallerie Fiorentine, inv. 1890 n. 6215), per il quale "il sovrano mostrò il suo gradimento con ordinanargliene subito un altro, di minor grandezza, esprimente la gloriosa assunzione di Maria Santissima; onde di questo medesimo soggetto avendone il Gabbiani uno non del tutto finito, e principiato per suo genio molti anni avanti, di braccia due, in tale occasione glielo compì e ne riportò il premio di scudi dugento". Nell'inventario di Palazzo Pitti del 1761 la tela risulta collocata nell'appartamento che era stato del Gran Principe Ferdinando, in una delle stanze affrescate da Pietro da Cortona, dove aveva abitato anche Cosimo III. In quel luogo rimase ancora per una decina di anni, come risulòta dall'inventario del 1771. Da una nota aggiunta posteriormente allo stesso inventario si apprende però che l'opera fu inviata dopo qualche tempo alla Guardaroba Generale. Venne trasferita a Poggio Imperiale prima del 1784, anno in cui è descritta per la prima volta nell'inventario della Villa, senza una precisa attribuzione ad Anton Domenico Gabbiani. E' stato possibile rintracciarla nei successivi inventari del 1803, 1810, 1818, 1836, fino al più recente del 1860 dove l'opera è riferita in maniera generica alla scuola romana del secolo XVII. Il cartellino a tergo della tela attesta che essa si trovava nel 1940 in un magazzino da dove fu recuperata e sottosposta a restauro. Fu in seguito nel magazzino del Rondò di Bacco e dal luglio 1976 nei depositi di palazzo Pitti. Nel 1976 Marco Chiarini la pubblicò riproponendo l'originaria attribuzione ad Anton Domenico Gabbiani, ripresa in occasione dell'esposizione dell'opera alla mostra di Tokyo del 1982 e che trova una conferma nella ricostruzione della sua vicenda a partire dall'arrivo negli appartamenti del committente fino alla lunga permanenza nella villa di Poggio Imperiale, attraverso il passaggio dalla Guardaroba Generale durante il quale si perse il ricordo del nome del suo autore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900227251
- NUMERO D'INVENTARIO Poggio Imperiale 359
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2007
- ISCRIZIONI sulla cornice - 359 (rosso minio) - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0