funerali di Raymond Diocrès
dipinto murale
post 1592 - ante 1594
n.p
- OGGETTO dipinto murale
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 650 cm
Larghezza: 170 cm
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ATTRIBUZIONI
Barbatelli Bernardino Detto Il Poccetti (1548/ 1612): affresco
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I dipinti della volta e delle pareti della Cappella Maggiore della chiesa monastica furono eseguiti dal Poccetti fra il 1591 e il 1593, come testimo niano i documenti rintracciati dalla Weisz. La sala è chiamata presbiterio per distinguerla dal luogo di culto riservato ai conversi, quasi un narce te rispetto allla vera e propria chiesa conventuale.Secondo l'ipotesi di V itzthum molti dei disegni preparatori del Poccetti per il presbiterio, spa rsi ora tra gli Uffizi, il Louvre ed altre collezioni, sono da riconoscers i come parti del taccuino di schizzi ricordato dal Baldinucci ancora in po ssesso dei monaci. tale identificazione secondo l'Hamilton non è stata anc ora sufficientemente dimostrata. I principali disegni preparatori ora div isi in diversi musei e collezioni sono: gli studi della volta presenti a P arigi, Louvre (inv. 1461, 1462, 1463) quelli al Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze (nn.8466 F, 8374 F, 8379 F); e quello presente nel fondo Corsi ni nel Gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma (125777). Studi per i grupp i di persone presenti a Berlino, Dahlem, Kupferstichkabinet (7717r; 7718r; 21432); Fachsenfeld, Schloss, Coll. Freiherr Reinhard Konig (inv. 653); a l Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze ( 845 F v; 877 E r; 8360 F; 8754 F ); studio per San Bruno al Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze (17135 F ); uno al chicago Art institute (inv. 22.2370). Il programma iconografico, fortemente unitario, celebra l'ordine certosino attraverso le effigi dei suoi vescovi e beati (volta) e gli episodi della vita di San Bruno, fondat ore dell'ordine. Il riconoscimento delle figure sulla volta è stato possib ile, in occasione degli ultimi restauri, grazie al rinvenimento delle iscr izioni. Probabilmente quasi tutti i religiosi furono ritratti dal vero, co me ci ricorda il Baldinucci: "bellissime figure e molti padri di quel mona stero, che vivevano in quei tempi, ritratti al naturale, a' quali non manc a se non la parola". Il Baldinucci che fornisce anche una dettagliata desc rizione delle raffigurazioni cade in errore nell'identificazione delle fig ure della volta che considera "quattro dottori della chiesa, ciascheduno i n mezzo a due angioletti e due beati di quell'ordine". L'esatta individuaz ione dei vari personaggi rappresentati si deve, invece, a Padre Goffredo V iti. In base alle parole del biografo varie erano state le datazioni propo ste dai critici priamdella Weisz: il Tinti li poneva tra il 1594 e il 1597 , il Colnaghi fra il 1591 e il 1597, mentre il Voss nel 1595. Lo Hamilton, invece, per un'errata interpretazione delle fonti archivistiche, colloca i dipinti fra il 1591 e il 1597. Che questi fossero già compiuti nel 1593 è, però, comprovato, oltre che dall'evidenza documentaria, anche dal fatto che nel maggio del 1593 siano state registrate le spese per la doratura, eseguite da un certo Giovanni di Paolo, e per gli stucchi delle incornicia ture delle finistre. Il positivo giudizio del Baldinucci viene ribadito da l Rau e dal Rastrelli, dal Moreni e dall'autore della Guida, dal Bacchi, i l quale ci informa anche sulle cattive condizioni di conservazione in cui all'inizio del Novecento si trovavano gli affreschi, aggiungendo che quest i, guastatisi pe rl'eccessiva umidità, già dopo pochi anni dalla loro esec uzione, furono ritoccati più volte. Le tracce di questi antichi interventi sono stati recentemente eliminati dal restauro operato dalla Soprintenden za ai Beni Architettonici e Ambientali nel 1980. La critica ha preso sopra ttutto in considerazione l'affresco delle Esequie di San Bruno. Solo Hamil ton e Campani si sono soffermati sul fatto che la volta a crociera non ave sse un insieme unitario, ma ogni campata sembri piuttosto la continuazione delle pareti sottostanti. Inoltre, benchè il blu che fa da sfondo alla pa rte superiore dei troni voglia suggerire il cielo aperto, il soffitto ha p oca profondità. Le figure sono inserite quasi ad incastro. Ciò non ci semb ra un limite perchè esalta la monumentalità dei vescovi seduti nei loro sc ranni e la plasticità dei certodini negli angoli delle vele, rendendoli il lusionisticamente partecipi dello stesso spazio in cui si trova il riguard ante. . Un approfondito esame della struttura degli affreschi è stato fatt o dal Frey. Egli vi individua tre sfere di realtà: quella terrena del fune rale, quella dell'accoglienza dell'anima del santo in cielo ed infine la d imensione divina dell'apparizione di Cristo in una gloria d'angeli.La figu ra di Gesù, che non viene percepita dalla folla nella zona inferiore del d ipinto, ma che si rivolge direttamente al fedele rappresenta l'anello di c ongiunzione tra il mondo dello spettatore e quello dell'avvenimeto rappres entato. Un altro modo di collegare lo spazio nel quale si trova il riguard ante e quello nel quale si svolge il funerale è rappresentato dall'ambient azione architettonica e dalle schiere simmetriche dei monaci ai lati del c atafalco che si presentano come l'ideale proseguimento sia della
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900224761-4
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0