SANTA ZITA DISSETA IL PELLEGRINO

dipinto,

La scena, ambientata in prossimità di un pozzo sullo sfondo di un cielo variegato sui toni del lapislazzulo, interrotto dalla vegetazione, è occupata dalle figure dei due protagonisti: Santa Zita in abito nero, grembiule e velo bianco da fantesca è rappresentata nell'atto di porgere al pellegrino un recipiente colmo d'acqua. Questi indossa pantaloni marroni, calze rosa cupo, una camicia bianca scivolata lateralmente lasciandogli scoperto tutto il braccio sinistro, e regge il bastone del pellegrino mentre il suo cappello nero, su cui è applicata una conchiglia, è poggiato a terra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Guidotti Paolo Detto Cavalier Borghese (1560 Ca./ 1629)
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, dopo essere stata depositata per qualche decennio (dopo il 1953, quando è citata dalla Belli nell'attuale ubicazione: 1953, p. 228) nella Guardaroba di San Frediano, ha riacquisito la sua originaria collocazione all'altare della Cappella Fatinelli, dopo il restauro condotto in occasione della mostra La Pittura a Lucca nel primo Seicento del 1994. La fortuna di cui godette l'opera, in parte connessa alla diffusione del culto di Santa Zita, è attestata dalla frequenza con cui è citata nelle fonti e trova conferma nell'esistenza di una copia settecentesca, esistente fino a pochi anni fa nei locali del Convento delle Cappuccine a Lucca. Il D'Amico data il dipinto subito dopo la Libertà Lucchese di Villa Guinigi (1611) e considera la figura del pellegrino "tipica del Guidotti, con quelle sue membra disossate e flaccide sulle quali batte una luce decisa che conferma il sapore a mezzo fra fantastico e naturalistico che il pittore ha voluto donare all'immagine" (D'Amico 1984, pp. 88-89). Sempre a proposito di queste contraddizioni insite all'interno di una stessa opera, pù recentemente l'Ambrosini ha notato che alla descrizione generica del "volto del pellegrino risponde, con un salto che coinvolge le modalità stesse della stesura, l'approssimazione quasi ritrattistica nell'altro della santa" (Ambrosini 1994, p. 175). La collocazione cronologica all'inizio del secondo decennio proposta dal D'Amico (1984, p. 88) risulta confermata dalla stringente affinità tra la fisionomia della Santa Zita con quella della Sant'Agnese di San Romano che sappiamo eseguita intorno al 1610 (Ambrosini 1994, p. 175, nota 3, fig. a p. 172), mentre l'effetto di compattezza che caratterizza l'epidermide del pellegrino e l'aspetto astrattivo della sua anatomia sono accostabili al Santo Stefano nella Madonna col Bambino e santi della Chiesa di Sant'Alessandro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900216783
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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