ultima cena
dipinto,
ca 1600 - ca 1620
Mati Francesco Detto Cecchino Del Legnaiolo (1565-1570/ 1648)
1565-1570/ 1648
Personaggi: Gesù Cristo; apostoli
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Mati Francesco Detto Cecchino Del Legnaiolo (1565-1570/ 1648)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Grazie alla firma possiamo assegnare quest' "Ultima cena" a Francesco Mati, un pittore ancora poco studiato e di cui si conosce solo qualche tavola. Estremamente interessante si rivela quindi questo dipinto finora sconosciuto che si aggiunge allo scarno catalogo delle opere dell'artista. Di questo pittore, trascurato dal Baldinucci e dalle altre fonti si sono occupati, anche se in modo molto sommario, il Colnaghi, che rende note molte notizie d'archivio che lo riguardano (D. E. Colnaghi, A dictionary of Florentine Painters, London 1928), il Dal Poggetto (P. Dal Poggetto, Arte in Valdelsa, Certaldo 1963, p. 101 n. 92, fig. LXXIV), il Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani (Torino, 1972-76, ad vocem, vol. VII, 1975, pp. 277-78), lo Chappel, che propone nuove attribuzioni (M. Chappel, Le bellezze di Artimino, in "Prospettiva", 25, 1981, pp. 59-64) ed infine il Cantelli (Repertorio della pittura fiorentina del Seicento, Fiesole, 1983, pp. 110). Da questi studiosi veniamo a sapere che il Mati, immatricolatosi nel 1583 all'Accademia del Disegno, esordì con Alessandro Allori negli affreschi del salone di Leone X a Poggio a Caiano (1579-82) e nella decorazione dei soffitti del primo corridoio degli Uffizi (1581). Nel 1588 firma e data la Madonna del Rosario della Pieve di Romena, mentre intorno alla metà degli anni '90 esegue una tavola con sant'Agostino che distribuisce ai poveri il tesoro della chiesa per la chiesa di Santa Margherita de' Ricci (cfr. scheda n. 09/0018893 di L. Botteri), dove permangono ancora molti elementi che ci denunciano la sua formazione alloriana e la sua adesione alla cultura controriformata fiorentina sulla scia di Santi di Tito. Datata dai documenti al 1602-1603 è una tavola col Padre Eterno che invita l'Arcangelo Gabriele ad andare ad annunciare Maria della stessa chiesa (cfr. scheda n. 09/00188194) che nella maggiore libertà pittorica dimostra come il Mati si stesse orientando verso quella corrente della pittura fiorentina, più sensibile alle influenze venete (Ligozzi, Passignano). Questo indirizzo si andrà sempre più accentuando nelle opere che il pittore dipingerà nel secondo decennio del '600, nelle quali si aggiungerà una forte componente curradesca (cfr. Annunciazione di Tignano del 1619 e l'Allegoria del Giudizio finale) di San Salvatore a Fucecchio firmata e datata 1621). L'Ultima Cena di Santa Marta va probabilmente collocata in una fase centrale dell'attività del Mati, in cui il pittore ha superato il momento strettamente alloriano e titesco del sant'Agostino, ma non è ancora giunto al pittoricismo delle ultime opere. La libertà con cui è steso il colore e l'attenzione a modulare la luce e le ombre fa pensare che la tela possa essere datata poco dopo il Padre Eterno e l'Arcangelo Gabriele di Santa Margherita de' Ricci e cioè fra il primo decennio del '600 e i primi anni del secondo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194104
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
- ISCRIZIONI sul panchetto sul quale siede l'apostolo a sinistra - FRAN.CO/ MATI - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0