Risveglio del Popolo Italiano. scena allegorica
rilievo,
ca 1910 - ca 1912
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO rilievo
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla fine del 1908 Trentacoste venne invitato dall'architetto Ernesto Basile a progettare per la nuova facciata del Palazzo di Montecitorio a Roma, che egli stava realizzando, due gruppi scultorei da porre ai lati dell'entrata principale (cfr., GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 2, ins. 18: lettera dell'ing. E. Negri, collaboratore di Basile a Trentacoste, 18 febbraio 1909, da cui si evince che lo studio dei gruppi non era stato ancora iniziato dall'artista). Alla fine dell'anno l'incarico affidato a Trentacoste veniva approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici (lettera a Trentacoste, 6 dicembre 1909), che invitava lo scultore a prendere accordi con Basile per la scelta dei soggetti da raffigurare; nell'ottobre del 1910 erano pronti dei bozzetti (ivi, Racc. 2, ins. 18: lettera di Basile a Trentacoste del 4 ottobre 1910 e del 17 maggio 1911). Il contratto fu stipulato il 12 luglio 1911 (cfr. Racc. 2, ins. 18: lettera del Genio Civile a Trentacoste, 14 ottobre 1911). Nel luglio 1912 Basile invitava Trentacoste a dare il via all'esecuzione definitiva dei gruppi - avendo la Commissione approvato i bozzetti (ivi, Racc. 2, ins. 18: lettera di Basile a Trentacoste, 3 luglio 1912). I due altorilievi, in pietra di Subiaco, alti tre metri e mezzo, larghi uno e mezzo, venivano completati dall'artista nell'aprile seguente (ivi, Racc. 2, ins. 18: lettera di Basile a Trentacoste, 9 aprile 1913 e lettera di A. Susino a Trentacoste, 25 aprile 1913); ma furono collocati sulla facciata di Montecitorio solo nel luglio 1916 (ivi, Racc. 2, ins. 18: lettera di E. Negri a Trentacoste, 3 luglio e 1 agosto 1916). I due bozzetti in gesso conservati alla GAM, potrebbero essere identificati con i primi bozzetti realizzati dall'artista, e proposti per l'approvazione del contratto; nonostante la redazione finale si distacchi da essi in numerosi particolari, l'impostazione generale dei gruppi e i caratteri delle figure rimangono fondamentalmente gli stessi. In una lettera di Susinno del 14 ottobre 1911 (ivi, Racc. 2, ins. 18) il soggetto viene già identificato come "Il risveglio e la vittoria della gente italica": nel nostro caso si tratta del bozzetto del "Risveglio", interpretato da Ojetti come "il Risveglio del Popolo Italiano, dove lo spirito dell'Indipendenza passa volando e guidando sul capo d'un uomo che si scioglie pigramente le braccia di sulla faccia ancor chiusa" (V. Ojetti, "Il nuovo Palazzo del Parlamento", in "La lettura", XIII, 11, 1913, p. 979) e da Diego Angeli come "il Risveglio, rappresentato da un genio nudo che rompe le catene, mentre dietro di lui vigilano e incitano gli spiriti della stirpe" (D. Angeli, "Le statue del nuovo palazzo del Parlamento nello studio di D. Trentacoste", in "Giornale d'Italia", 15 ottobre 1913). Si trattava, pur nelle varie sfumature interpretative, di un tema di chiara celebrazione nazionalistica, cui le sculture, più chiaramente nella redazione finale, ma in modo già evidente anche nel bozzetto, si adeguava perfettamente, atraverso uno scatto ulteriore, rispetto alle opere del primo Novecento, sulla via di un formalismo sempre più risentito, nell'accentuazione delle ricerche di "energia" e "sintesi", nella rappresentazione del nudo, e nella rielaborazione retorica degli influssi rodiniani e michelangioleschi nel senso della nuova concezione nazionalistica della scultura "arte della potenza e della bellezza" (Corradini). In questo senso, i gruppi si pongono all'inizio di tutto quel filone della scultura italiana che dal fregio dell'Altare della Patria di Zanelli approderà ai nudi eroici del Foro Mussolini. A suo tempo i due bassorilievi, insieme alle otto allegorie contemporaneamente eseguite da Trentacoste per i torricini della stessa facciata, vennero letti come pienamente rispondenti a un complesso che, tramite gli interventi di Basile per la progettazione architettonica di Sartorio, Calandra e Ducret per la decorazione interna, veniva considerato "perfettamente rappresentativo" dell'ideale artistico della Terza Roma (cfr. D. Angeli, op. cit.). Il bozzetto, insieme al suo pendant venne donato al Comune di Firenze per la GAM da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria di Trentacoste, nel 1933. L'Archivio Trentacoste della GAM conserva inoltre una ricca documentazione relativa a tutta la collaborazione dello scultore con Basile per la facciata di Montecitorio
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193137
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4337
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- ISCRIZIONI su targhetta di ottone applicata in basso a destra - n. 8 - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0