Il ciccaiolo. figura maschile
scultura,
1900 - 1900
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta del gesso originale del "Ciccaiolo", statua in bronzo esposta da Trentacoste alla Biennale di Venezia del 1901 - insieme alla "Testa di vecchio", la "Bimba con la cuffietta" e "L'Anfora infranta" - e acquistata per la Galleria d'Arte Moderna di Venezia dove si trova ancora oggi. Con il "Ciccaiolo" si apre nella scultura di Trentacoste una seconda, importante fase, che lo vede fra i protagonisti di quella 'rinascita' della scultura italiana proclamata dai critici delle più varie tendenze e che proprio nella Biennale del 1901 trova la sua prima manifestazione. La statua incontrò in particolare il favore di Enrico Corradini e di Mario Morano, che in questi anni venivano sviluppando un nuovo concetto di "scultura classica" strettamente legato all'ideologia nazionalistica: di questa scultura il modello per eccellenza è Costantini Meunier che con le sue figure di operai e di minatori aveva creato nella modernità figure capaci di stare alla pari con gli eroi e i guerrieri espressi dall'arte greca. L'operaio di Meunier è per Morasso celebrazione di una forza vitale del proprio tempo che assurge a significato universale nei suoi caratteri di bellezza e di forza (cfr. M. Morasso, "La vita moderna nell'arte", Torino 1904). Il "Ciccaiolo" di Trentacoste, che risente effettivamente sia nell'impostazione del soggetto che nel trattamento della materia, assai più sintetico e vigoroso che nelle opere precedenti, nonchè, forse, nella stessa scelta del bronzo al posto del marmo, dell'influsso di opere di Meunier come l'"Aratore" o l'"Abbattitore" - ma forse nel contorcimento della posa, non a torto giudicato in qualche modo forzato (cfr. A. Colasanti, "L'esposizione internazionale in Venezia. La scultura", in "L'Arte", 1901, IV, p. 331) vi è anche un ricordo dei Borghesi di Calais di Rodin - fu universalmente giudicato un'opera che superava di colpo il soggetto di genere, e qualsiasi reminiscenza di quel sentimentalismo sociale tanto diffuso negli ultimi decenni dell'800 (cfr. E. Corradini, "Domenico Trentacoste", in "Nuova Antologia", 16 novembre 1905, pp. 217-219; M. Morasso, "L'imperialismo artistico", Torino 1903, pp. 232-233; G. Papini, "Domenico Trentacoste", in "Varietas", gennaio 1905, p. 22; S. Benelli, "La IV esposizione d'arte a Venezia", in "Rassegna internazionale della letteratura e dell'arte contemporanea", 1 giugno 1901, p. 330) per assurgere "a realtà moderna con il suo essenziale contenuto di energia e idealità nuova" (Morasso), a celebrazione della "barbarie popolare, della forza brutale, che sono il primo grado dell'arte classica, la materia da cui essa trae quanto ha di solido, di sicuro, di vittorioso" (Corradini). L'esaltazione dell'operaio e del lavoro nella accezione nazionalistica propugnata da Morano e da Corradini, viene perseguita da Trentacoste anche nei grandi rilievi eseguiti, l'anno seguente, per l'Esposizione d'arte decorativa di Torino, ancora una volta influenzati soprattutto dall'esempio di Meunier. Per l'artista belga Trentacoste professerà del resto anche pubblicamente la sua ammirazione (cfr. D. Trentacoste, "Un glorificatore del lavoro (Costantino Meinier)", in "Il Marzocco", 9 apeile 1905). Con il "Ciccaiolo" e le opere che gli succederanno, Trentacoste viene così a porsi al centro stesso del dibattito sulla scultura in questi anni, dibattuta fra gli esempi di Meunier e di Rodin da un lato e l'aspirazione sempre più esplicita al recupero delle tradizioni nazionali dall'altro (cfr. in questo senso a proposito del "Ciccaiolo" D. Angeli, "L'esposizione di Venezia, la favola di Pigmalione", in "Il Marzocco", 23 giugno 1901). Il gesso del "Ciccaiolo" fu donato alla GAM da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria di Trentacoste, nel 1933
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193124
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4323
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- ISCRIZIONI sul basamento - D. TRENTACOSTE 1900 -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0