Derelitta. figura femminile
scultura,
ca 1894 - ca 1894
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fu con la "Derelitta", esposta alla prima Biennale veneziana del 1895, che il nome di Trentacoste, fino a quel momento quasi completamente sconosciuto in Italia, balzò improvvisamente alla ribalta del mondo artistico. Il gesso originale, donato alla GAM nel 1933 da Fernanda Ojetti, risale però almeno al 1894, perchè l'opera era già stata esposta a Parigi al Salon di quell'anno (cfr. G. Uzielli, "Artisti contemporanei: Domenico Trentacoste", in "Emporium", aprile 1899, p. 246). A Venezia il marmo ottenne il premio di 5.000 lire dal Comune Veneto (GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 5, ins. 8: telegramma di A. Fredaletto a Trentacoste, 9 settembre 1895; e Venezia, ASAC, lettera di Trentacoste a Fredaletto, da Meaux, 12 dicembre 1895) e venne acquistato dal Museo Revoltella di Trieste, dove si trova ancora oggi. La sempliità ed elevatezza del soggetto di fronte all'epidosismo di genere e all'artificiosità letteraria e retorica degli anni precedenti, l'approfondimento dell'espressione psicologica, del perfetto lavoro del marmo, condotto fino al limite della sua possibilità, furono le ragioni della grande ammirazione di questa scultura suscitò quasi universalmente nella critica al suo apparire (cfr. in particolare V. Pica, "L'arte europea a Venezia", Napoli 1895, p. 8 s.; P. Dini, "L'esposizione internazionale di Belle Arti in Venezia. La scultura", in "Natura ed Arte", 1894-1895, II, p. 186; A. Centelli, "La mostra artistica di Venezia. Gli acquisti dello Stato", in "Fanfulla della Domenica", 14 luglio 1895, 28; E. Panzacchi, "L'esposizione artistica a Venezia", in "Nuova Antologia", III serie, settembre-ottobre 1895, p. 2). Si ravvisò in essa un esempio di "pura bellezza" (Panzacchi) che, riallacciandosi alla via maestra dell'arte italiana, e cioè al modello bartoliniano, si opponeva al realismo pedissequamente imitativo che aveva imperversato nella scultura degli anni precedenti, ma nello stesso tempo superava anche quella frantumazione sentimentale e quella ricerca di sollecitazioni sensuali e ambigue che avevano caratterizzato l'estetismo degli anni '80 (e che pur erano ancora presenti nella "Derelitta"), attraverso una vigorosa ricerca formale e un linguaggio di severa correttezza
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193115
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4314
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- ISCRIZIONI sulla base - D. TRENTACOSTE -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0