Cecilia. busto femminile
scultura,
ca 1889 - ca 1889
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1891 Trentacoste espose alla Royal Academy di Londra, insieme al ritratto del pittore inglese Edwin Long (scheda n. 49), un busto in marmo intitolato Cecilia (cfr. Graves, "The Royal Academy of Art", London 1906, pp. 18-19) che, acquistato dalla principessa del Galles in persona (per 140 sterline) portava immediatamente alla ribalta il nome di Trentacoste nell'ambiente artistico inglese (cfr. U. Ojetti, "Domenico Trentacoste", in "Ritratti di artisti italiani", 1911, pp. 173-174; e GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 2, Ins. 8: lettera di C. Clarke da Londra a Trentacoste, 11 settembre 1891). Il busto in marmo,e tanto più il modello originale in gesso pervenuto alla GAM tramite la donazione di Fernanda Ojetti erede fiduciaria dello scultore, nel 1933, era già completato nel 1899, come conferma una richiesta di acquisto del 15 maggio di quell'anno (GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 2, ins. 8) e una lettera di Vittoria Pica a Trentacoste (GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 5, ins. 8). Un'altra versione del busto, in cera, molto simile, e delle stesse dimensioni, appartenne alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza (F. Arisi, "Galleria d'arte moderna Ricci Oddi", Piacenza 1967, pp. 374-375). Con la Cecilia, insieme alla Pia dei Tolomei (scheda n. 16), Trentacoste si elevava, secondo Vittoria Pica, "dalla forma puramente decorativa dei busti mitologici di terracotta a quella troppo legata al vero dei ritratti, alle quali erasi fin allora limitato" e "rivelava appena la possanza originale dell'arte sua" creando immagini in cui alla purezza della forma e "alla compostezza armoniosa dell'insieme" si univa "la preoccupazione assidua di dare ai volti da lui plasmati la suprema bellezza dell'espressione psicologica"; e in ciò egli rivelava tutta la sua modernità della sua ispirazione (V. Pica, "Domenico Trentacoste", in "L'arte dell'esposizione del 1898", Torino 1898, p. 246). Con la Cecilia, lo scultore, su un impianto e un trattamento scultorei di derivazione rodiniana, si avvicina a una maggiore semplificazione e ricerca di purezza di ispirazione neo-quattrocentesca - evidente anche nel taglio del busto, e dello scollo, nella stessa composizione nel suo insieme, nel volto dal mento leggeremente rialzato e dagli occhi socchiusi, che possono ricordare opere del Laurana come la Battista Sforza - in parallelo a ricerche analoghe condotte in quegli anni a Parigi da artisti belgi come Vincotte e Dillens, e francesi come Paul Dubois. L'unione di raffinatezza stilistica e allusioni colte spiega il grande successo ottenuto da questa opera nell'ambiente inglese, particolarmente sensibile a questo tipo di soluzioni, ambiente che esercitò a sua volta una notevole influenza sullo stesso Trentacoste
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193112
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4311
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- ISCRIZIONI su targhetta di ottone applicata sul retro - n. 15 - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0