San Pietro

miniatura, 1412 - 1413

Iniziale fogliata media con figura e fregi su due margini S(ymon Petre), rubr. a c. 220r, Responsorius. Corpo della lettera rosso e verde decorato con foglie viola, azzurre, rosa, rosse e verdi che vanno a formare il fregio entro il quale è una composizione fitomorfa a stella. Sul fondo in foglia d'oro, sovrapposta al corpo della lettera, è la figura di Pietro, con capelli e barba bianchi e ricciuti, che tiene in una mano le chiavi e nell'altra il pastorale

  • OGGETTO miniatura
  • MISURE Altezza: 145 mm
    Larghezza: 140 mm
  • ATTRIBUZIONI Bartolomeo Di Fruosino (1366 Ca./ 1441)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Antifonario A 69 fu riferito a Lorenzo Monaco dal Milanesi (1887, p. 27) che lo descrisse e identificò, erroneamente, con il Corale H 74 (conservato sempre al Museo Nazionale del Bargello ma inventariato con il n. 8). Tale attribuzione venne accettata dal Ridolfi (1902, p. 14) ma non dal Golzio (1931, p. 43) che riferì le iniziali istoriate ad un imitatore della maniera del monaco camaldolese. Uno dei primi studiosi che ha descritto l'intero ciclo di corali provenienti dall'Ospedale di Santa Maria Nuova è stato Paolo D'Ancona (1914, V. I, p. 23) il quale analizzò i documenti che registrano i pagamenti ricevuti da Lorenzo Monaco tra il 1412-1413 per la miniatura di alcuni antifonari per la chiesa di Sant'Egidio, oggi al Bargello, che appaiono, come quelli conservati alla Laurenziana e provenienti da Santa Maria degli Angeli, decorati da mani diverse per quanto affini. Il maestro che lavorò nel Corale A 69 si distingue per il colore terreo delle carni, diversamente dal miniatore dei Corali C 71 ed E 70 il quale cura sapientemente il disegno e soffonde leggermente le carni di colore roseo sulla preparazione verdolina. La mano del maestro in questione sembra tornare nel Corale F 72 dove segna con forti contorni scuri ogni tratto fisiognomico e si differenzia dalla mano dei Corali G 73 e H 74 che è la migliore di tutta la serie. Per il D'Ancona non rimane comunque facile individuare con certezza quale parte abbia avuto Lorenzo Monaco in quest'opera dal carattere collettivo. Al miniatore attribuisce nel Corale G73 sette miniature con immagini di santi o profeti e l'intera decorazione del Corale H 74 dove tornano le stesse figure dagli ampi drappeggi finemente lumeggiati nei margini, dai capelli e dalle barbe condotte a punteggiature, dall'incarnato terreo talvolta ravvivato da lievi tonalità rosee. Infine giustifica le differenze con il ciclo realizzato da Lorenzo Monaco per Santa Maria degli Angeli con il lungo divario di tempo intercorso tra le due imprese. Per lo studioso (D'Ancona 1914 V. II/I, pp. 132-133 n. 141) le miniature dell'Antifonario A 69, datate alla fine del XIV secolo, sono tutte di una stessa mano che realizza figure piuttosto rozze, che si distinguono per gli incarnati talora scuri e quasi terrei, talora invece caldi. Le mani e le braccia sono rigide, lo sguardo fisso ma in alcuni casi si nota una certa delicatezza di colore nei drappeggi. La prima studiosa a proporre il nome di Bartolomeo di Fruosino è stata Mirella Levi D'Ancona (1962) la quale attribuì al miniatore i codici A 69, F 72, G 73, che suppone realizzati tra il 1411 e il 1438. Nonostante i cinque volumi per Santa Maria Nuova siano copiosamente documentati nei pagamenti, non vi è specificata la sequenza dei lavori di Bartolomeo dei quali era il responsabile (Kanter 1994, p. 310). L'Antifonario A 69 è caratterizzato da uno stile vicino a quello di Agnolo Gaddi ed è forse quello a cui si riferisce il documento del 1411. Le miniature con l'Ascensione e la Pentecoste derivano dalle stesse scene del Cod. Cor. 1 da Santa Maria degli Angeli. Gli altri quattro volumi rimanenti di Santa Maria Nuova sono più tardi e ricordano i lavori di Bartolomeo dei primi anni venti del '400, come il Messale di Sant'Egidio (Firenze, Museo di San Marco, Inv. n. 557), mentre nei Corali F 72 e G 73 riprende il disegno e i motivi decorativi del Corale H 74 di Lorenzo Monaco. L'iniziale D con la Pentecoste (c. 72r) è stata confrontata dal Kanter (1994, p. 243) anche con la stessa scena di Lorenzo Monaco nel Codice Rossiano 1192.2 della Biblioteca Apostolica Vaticana dalla quale riprende la particolare composizione spaziale. Bartolomeo era uno stretto imitatore di Lorenzo al quale si ispirava per le ambientazioni, la gestualità dei personaggi ma non fu sempre in grado di interpretare correttamente la rappresentazione dello spazio infatti, in questa miniatura, inverte la rappresentazione prospettica del soffitto a cassettoni ribaltandone la direzione delle linee. Bartolomeo, però, è più attento alla descrizione dell'evento narrato e aggiunge, rispetto alla miniatura di Lorenzo, la figura di un soldato sulla sinistra, davanti al muro, come a rappresentare e simboleggiare lo scetticismo difronte alle parole degli apostoli, intromettendosi però in quella intimità che aveva creato Lorenzo nella sua Pentecoste. Il codice rimase nell'Ospedale di Santa Maria Nuova fino alle soppressioni napoleoniche dei conventi del 1803 e dal 1825 al 1902 fu depositato presso la Galleria degli Uffizi. In data 1 aprile 1900 i due rami del Parlamento italiano approvarono il disegno di legge concernente l'acquisto di opere d'arte appartenenti all'Arcispedale di Santa Maria Nuova (Ridolfi 1902, p. 14) e nel 1902 il Corale entrò a far parte del patrimonio artistico del Museo Nazionale del Bargello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191819-2.8
  • NUMERO D'INVENTARIO Bargello Libri miniati 3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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