pulpito - ambito italiano (secc. XII/ XIII)
pulpito
post 1193 - ante 1250
Pulpito sorretto nella parte anteriore da due colonne antiche di granito grigio con capitelli corinzi. Le tre facce in vista sono costituite da specchi lisci con cornici in marmo bianco scolpite a motivi floreali e geometrici e niellate con impasto scuro "ad opus sectile". La cornice del parapetto e quella sottostante in marmo bianco sono ornate di fregi, mensolette, ovuli e dentelli mentre quella grigia, di base è modanata. I bassorilievi con le scene della vita di Gesù, eseguiti separatamente sono fissati sul fondo degli specchi
- OGGETTO pulpito
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MATERIA E TECNICA
GRANITO
marmo/ scultura/ intarsio
pietra serena
SMALTO
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MISURE
Profondità: 178 cm
Altezza: 316 cm
Larghezza: 192 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo importante pergamo romanico era una delle più significative opere d'arte appartenenti alla Basilica di San Piero Scheraggio, dalla cui giurisdizione dipendeva la chiesa di San Leonardo. La sua datazione è proposta tra il 1193, data di esecuzione del pulpito di San Michele in Groppoli e prima del 1250, data del pulpito di San Bartolomeo in Pantano a Pistoia (Giglioli, 1906). L'antica tradizione leggendaria riferiva che il pulpito fosse stato portato da Fiesole a san Piero Scheraggio nel 1010. L'importanza storica, oltre che artistica di questo insigne manufatto è legata al motivo che in S. Piero Scheraggio, prima che fosse edificato il Palazzo dei Priori, si riuniva il Consiglio della Repubblica e da questo pergamo, oltre ai religiosi, tra i quali viene ricordato S. Antonino vescovo di Firenze, avrebbero parlato illustri personaggi come Giovanni Boccaccio, Coluccio salutati, dante Alighieri, Giano della Bella, Dino Compagni e tanti altri. Con la demolizione della navata di tramontana attuata nel XV secolo per allargare la via della Ninna e le successive trasformazioni della Basilica, concluse con gli interventi Vasariani per la fabbrica degli Uffizi, il pulpito venne smontato e ricomposto in forma ridotta con tre sole formelle mentre le altre vennero murate sulla parete di un locale attiguo (Richa, 1755, II, p. 18). Dopo la definitiva soppressione attuata dai Lorena nel 1743, a seguito dell'abolizione del Tribunale dell'Inquisizione che vi aveva la sua sede, la chiesa venne sconsacrata e inclusa nel fabbricato degli Uffizi. Il Granduca Pietro leopoldo, venuto in possesso delle rendite dell'Inquisizione, volle in parte destinarle alla chiesa di San Leonardo moralmente legata a San Piero Scheraggio e ad essa assegnò anche il pergamo che nel 1782 venne ricomposto sulla parete sinistra della chiesa mentre nella sua collocazione originaria era addossato ad una colonna della navata sinistra. Originariamente le formelle erano almeno sette e non sei come attualmente. Dopo la definitiva sistemazione adottata nel 1921, hanno la seguente successione, muovendo dal lato sinistro: Adorazione dei Magi, Natività, Deposizione, Albero di Jesse, Battesimo di Cristo e Presentazione al Tempio. Recentemente infatti, lo studioso Thomas Hoving, ex direttore del Metropolitan Museum di New York, ha denunciato l'esportazione clandestina della formella raffigurante l'Annunciazione che si trova attualmente al Cloisters Museum a Fort Tryon Park, sezione d'arte medievale del Metropolitan. Hoving, nei suoi accertamenti effettuati a San Leonardo nel 1960, prima di entrare in possesso della formella, rilevò giustamente che l'iscrizione sottostante la formella con la scena della Deposizione era stata rimontata in modo erroneo fino dalla ricomposizione del 1782 e la sua prima parte si riferisce proprio alla scena mancante dell'Annunciazione : ANGEL/US DOMINI NUNTIAVIT MARIAE/. Le informazioni e le deduzioni di Hoving consentono oggi una migliore complessiva rilettura di questo ciclo cristologico e di quest'opera scultorea, nella sua ipotizzabile integrità originaria (Hoving, 1982, pp 64-74). Relativamente alle formelle che indubbiamente costituiscono la parte più significativa di questo documento di arte romanica, è stato rilevato che la loro esecuzione è dovuta a mani diverse, pisane o lucchesi mentre all'arte fiorentina appartengono le tarsie, simili a quelle eseguite per il pergamo di San Miniato al Monte (OIetti-Dami, cit. in CALZOLAI, 1975, p. 107)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191420-0
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario Pini C., c. 7
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0