episodi del Nuovo Testamento
pannello,
ca 1450 - ca 1453
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (e Aiuti)
1395-1400/ 1455
Pannello; costituito da nove riquadri; distribuiti in tre fasce orizzontali di tre riquadri ciascuna
- OGGETTO pannello
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (e Aiuti)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Strozzi Zanobi
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
- INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I riquadri, in origine quarantuno distribuiti in quattro pannelli (due di nove e due di dodici), formavano le ante di chiusura dell'armadio in cui venivano custoditi gli ex-voto di maggior valore nel piccolo Oratorio della SS. Annunziata. Secondo la Cronaca del Dei l'Armadio venne allogato all'Angelico da Piero de' Medici nel 1448 (Douglas), ma la notizia non e' documentata. La prima data certa invece e' che l'Oratorio in cui doveva essere collocato ebbe il tetto coperto solo nel 1451: e' piu` probabile quindi una commissione dell'opera intorno al 1450 (Casalini). Nel 1453 comunque l'Armadio si trovava gia` in loco perche` un Salvi di Lorenzo Marzocchi forniva materiale per questo ambiente tra cui una finestra "da mettersi sopra detto armario nel muro grosso" (Casalini). Nello stesso anno la costruzione dell'Armadio e la sistemazione dell'Oratorio subirono un'interruzione per il probabile viaggio a Roma dell'Angelico. Un nuovo progetto di sistemazione dell'Armadio degli Argenti dovrebbe situarsi nel 1461, quando Piero de' Medici fece chiudere alcune stanze attigue all'Oratorio per ricavare due stanze per se`. Questo secondo progetto prevedeva la trasformazione dell'armadio a sportelli in una cateratta. Per la parte tecnica il lavoro venne affidato a Donatello e Lapo Portigiani, mentre a Piero del Massaio venne richiesto di curarne la parte pittorica. Per la zona superiore dell'Armadio, che costituiva l'elemento scorrevole verso l'alto, vennero utilizzati il pannello dell'Angelico (a sinistra) e quello del Baldovinetti ( a destra), costituiti da nove riquadri ciascuno, separati solo da uno stretto listello, la cui realizzazione pittorica venne affidata alla scuola dell'Angelico. La concezione iconografica complessiva, che sembra presupporre la conoscenza dell'opera di San Tommaso e della `Summa Moralis' di Sant'Antonino, sembra comunque da ascrivere all'Angelico. Il ciclo delle Storie della vita di Cristo era suddiviso in quattro pannelli che rappresentavano rispettivamente episodi tratti dalla Fanciullezza, Vita pubblica, Passione, Morte e Resurrezione. Tutte le fonti antiche (Albertini; Billi; Anonimo Gaddiano) assegnarono all'Angelico l'intera opera ad eccezione del supposto Manetti che vede la mano del maestro in "quasi tutto el tabernacholo". Anche il Vasari assegnava l'intera opera all'Angelico datandola alla fase giovanile, seguito in questo dalla critica ottocentesca, ma non dalla piu` moderna. Gia` prima della documentata ricostruzione della configurazione originaria ad opera del Casalini buona parte della critica aveva attribuito alla mano dell'Angelico le prime nove storie, riconoscendo invece dalla 'Resurrezione' di Lazzaro in poi l'intervento di collaboratori variamente identificati: Domenico di Michelino (Berenson), 'Maestro della cella n. 2' (Pope-Hennesy), Zanobi Strozzi e Benozzo Gozzoli (Salmi). Secondo il Casalini gia` nel progetto originario dell'Armadio si sarebbe forse pensato di affidare a quattro pittori i quattro pannelli, cioe` all'Angelico stesso, al Baldovinetti e ad altri due tra quelli individuati dalla critica
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191187A-0
- NUMERO D'INVENTARIO inv. 1890, 8489, 8490, 8491
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0