figura tricefala come simbolo della Trinità

altare maggiore, ca 1464 - ca 1470

Basamento, paliotto, fiancate con pilastri; retro con due coppie di pilastrini fiancheggianti una cavità rettangolare vuota

  • OGGETTO altare maggiore
  • MISURE Profondità: 118 cm
    Altezza: 125 cm
    Larghezza: 300 cm
  • ATTRIBUZIONI Agostino Di Duccio (1418/ 1481 Ca): paliotto
    Desiderio Da Settignano (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bottega Fiorentina Di Ambito Donatelliano
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' probabile che la forma attuale dell'altare derivi dall'assemblaggio di parti diverse avvenuto nel corso del restauro del 1881-1897. Nel 1885 G. Castellazzi prevede un altar maggiore in stila gotico a formelle a marmi policromisormontato da un trittico cuspidato in sostituzione della compless amacchina secentesca, effettivamente smontata nel 1892. In questa occasione viene recuperata la mensa quattrocentesca dell'altare Gianfigliazzi, conservata come ossatura, mentre il paliotto roiginario, che era divenuto ornamento del sepolcro di Maria Elisabetta Ramirez di Montalvo nella cappella della Pura di S. Maria Novella, viene ceduto dalla famiglia Ricasoli e ricollocato in S. Trinita, come sostiene anche il Tarani. Secondo i Paatz l'altare era in origine collocato contro la parete di fondo, cosa plausibile solo fino alla Controriforma, quando l'abside ospitò il coro dei monaci. Sempre secondo Tarani il Buontalenti rimosse l'altare da sotto il finestrone portandolo in avanti e coprendo la lastra tombale di Gherardo Gianfigliazzi. I restauri tardo ottocenteschi oltre al rendere l'aspetto quattrocentesco all'altar maggiore, smantellarono la scalinata del Buontalenti (collocata in S. Stefano) ed i decori aggiunti nel 1671 all'epoca del trasferimento in chiesa e suquest'altare (trasformato dal Portogalli) del veneratissimo crocifisso di S. Giovanni Gualberto. Le fiancate laterali appartengono senza dubbio all'altare Gianfigliazzi, come dimostra lo stemma della famiglia. Il paliotto con la Trinità "Trifrons" rinvia al prototipo di Michelozzo proveniente dalla cappella della Madonna della S.ma Annunziata, oggi nel Museo Bardini, mentre il tondo che incornicia le tre teste si ispira all'esemplare scolpito da Donatello per la cuspide del tabernacolo di Parte Guelfa in Orsanmichele. Secondo la Ciardi i pilastrini sono da ricondursi alla bottega di Desiderio, mentre il fronte d'altare, per confronti con le sculture di Rimini nel tempio malatestiano porta l'attribuzione veso Agostino di Duccio. Sempre la Ciardi ipotizza però che il paliotto sia stato sottoposto ad un energico restauro nel laboratorio dell'Opificio, vista anche l'analogia di lavorazione con l'altare neo-quattrocentesco dell'adiacente cappella Sassetti, realizzato nel 1896
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900189867
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1988
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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