sconfitta di Arrigo di Lussemburgo e liberazione di Firenze dall'assedio
dipinto,
1589 - 1589
Commodi Andrea (attribuito)
1560/ 1638
n.p
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Commodi Andrea (attribuito): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Mati
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fece parte in origine dell'apparato scenografico progettato da Alessandro Allori nel 1589 per le nozze di Ferdinando Medici e Cristina di Lorena. Dagli inizi del '600 fino al 1776 fece parte degli arredi del Salone dell'Appartamento dei cardinali principi forestieri di Palazzo Pitti ( oggi "Sala Bianca" ). Dopo il ripristino del Salone ( 1776-1780 ) fu ritirato nei depositi del Rondò di Bacco, dove si trova tuttora. Il dipinto, già riferito al Mati ( Inv. Oggeti d'Arte 1911; P. Dal Poggetto, 1975 ), può ascriversi con certezza ad Andrea Commodi grazie alla testimonianza grafica di Raffaello Gualterotti acclusa alla sua descrizione delle nozze, edita nel 1589. La tela è infatti fedele a quetsa incisione, da cui differisce soltanto per l'assenza di un albero fronzuto sulla sinistra. L'assetto compositivo dell'opera, analogalmente alle altre eseguite per lo stesso arco di trionfo, risente ancora del gusto scenografico vasariano e molto probabilmente fu suggerito al Commodi con uno schizzo di Alessandro Allori, regista di quel sontuoso apparato che come soggetto raffigura un episodio della storia antica di Firenze. E' la prima opera a noi nota di Andrea Commodi che testimonia i precoci agganci dell'artista con la cultura manierista fiorentina e romana, da lui stesso menzionato nelle sue poche righe autobiografiche, ma rimaste fino ad oggi senza evidenti riscontri. Il cromatismo, diversamente da quello alloriano, si avvicina a certi esempi romani, specie nel cavallo rosato sulla destra, frequente nelle opere della seconda generazione di manieristi romani, adottato anche da Pellegrino Tibaldi negli affreschi della cappella di S. Remigio in S. Luigi dei Francesi. Il rosso vermiglio della maglia del guerriero in primo piano e le ombre rossastre della calzamaglia del nemico braccato, la pastosità e la consistenza delle tinte dimostrano inoltre l'interesse del Commodi per artisti fiorentini attenti a soluzioni atmosferiche e luministiche vicine a Girolamo Macchietti e Mirabello Cavalori. La definizione puntigliosa e attenta dei particolari, l'impostazione prospettica e la correttezza anatomica acquisite mediante una dura applicazione, le pose non convenzionali e drammaticamente efficaci, specie nel groviglio umano in primo piano e nell'urlo doloroso della vittima, che sembrano meditare sulle incisioni di Antonio Tempesta, sono brani di altissima qualità. Inoltre l'ardito scorcio del volto del guerriero sulla destra dà ragione al Baldinucci quando affermò che il Commodi, in compagnia del Cigoli, studiò con profitto le opere del Correggio ( F. Baldinucci, 16811728, pp. 655-656 )
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900189649
- NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti 1811
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0