San Giuliano
dipinto
ca 1423 - ca 1423
Tavola a fondo oro raffigurante San Giuliano in veste di cavaliere, con abito rosso bordato di ermellino e spada verticale su cui appoggia la mano destra. Il santo è barbuto, con lunghi capelli biondi. Il pavimento è dipinto a vari colori marmorizzati
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
tavola/ doratura/ pittura a tempera
oro/ punzonatura
-
ATTRIBUZIONI
Fini Tommaso Detto Masolino Da Panicale (1383/ 1440): pittore
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Masolino Da Panicale, Seguace
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Deposito diocesano di Santo Stefano al Ponte
- LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Stefano e Cecilia al Ponte
- INDIRIZZO Piazza Santo Stefano, 5, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa opera fu ritrovata nella pieve di San Giuliano a Settimo e descritta da Richard Offner (1923) che la avvicinò alle tavole di Napoli e agli affreschi di San Clemente. Lo Schuarsow (1925) e il Beeuken (1929-1930) attribuivano l'opera a Masaccio, ma in un secondo tempo (1928) lo Schuarsow si è ricreduto. Bernard Berenson (1923) collegò il dipinto al frammento di predella con Storie di San Giuliano conservata al Museo Ingres di Montauban - e oggi presso il Museo Horne di Firenze - già pubblicato da August Schmarsow con attribuzione a Masaccio. Si deve a Pietro Toesca la scoperta, nella chiesa di Santa Maria di Novoli, della tavola centrale raffigurante una Madonna con Bambino, rubata nel 1923 e mai più recuperata.Toesca ritenne le due tavole parte del trittico Carnesecchi descritto con precisione dal Vasari nella Vita di Masaccio come seguito dal suo maestro Masolino, nella omonima cappella in Santa Maria Maggiore:"Dipinse ancora in Santa Maria Maggiore, a canto alla porta del fianco, la quale va a San Giovanni, nella tavola d'una Cappella, una Nostra Donna, Santa Caterina e San Giuliano; e nella predella fece alcune figure piccole della vita di Santa Caterina, e San Giuliano che ammazza il padre e la madre, e nel mezzo fece la Natività di Gesù Cristo con quella semplicità e vivezza che era sua propria nel lavorare". Per Mario Salmi (1932), che ritenne la pala sicuramente parte del trittico Carnesecchi ricordato dal Vasari in Santa Maria Maggiore, la datazione del trittico cadrebbe nel 1425, per un confronto tra il Bambino e quello sullo sfondo della "Resurrezione di Tabita" nella cappella Brancacci. Secondo Roberto Longhi, invece, la datazione andrebbe di poco postposta, cioè tra il 1425 e il 1427, anno del viaggio di Masolino in Ungheria. Attualmente la critica accetta senza riserve il San Giuliano nel corpus di Masolino e ritiene la commissione del trittico vicina al 1423, anno a cui risale la Madonna con Bambino conservata a Brema che Masolino dipinse per i Carnesecchi e i Boni. La tavola del San Giuliano presenta una ridipintura lungo i bordi che ne conferma l'appartenenza ad un complesso che, prima dello smembramento, fu sottoposto ad un adeguamento estetico. In quest'opera l'elegante panneggio dimostra la vicinanza di Masolino alle formelle ghibertiane della porta Nord, mentre la tensione emotiva del santo sembra richiamare la scultura donatelliana. La "reazione al mondo cortese di Gentile da Fabriano" si ritrova invece nell' eleganza della veste, nella nobiltà del volto e nella preziosità dei dettagli della cintura (De Luca, 2024)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900187607
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0