Credo in un solo Dio. articoli del credo
L'opera che appartiene ad una serie di nove tavolette ispirate all'iconografia degli Articoli del Credo mostra su fondo nero la figura centrale di Dio Onnipotente con l'abito aureo e nella destra lo scettro e nella sinistra la sfera. Si trova all'interno di una mandorla raggiante, dotato della corona e della barba. La figura mostra i caratteri di una ricercata gravità ed austerità, alla quale si coniuga la raffinatezza dell'oro che emerge brillante dall'opacità plumbea e oscura del fondo.Nella veste si nota un tentativo di trattamento delle ombre e dei chiaroscuri. L'artista conferisce alla figura anche una certa espressività del volto, sebbene dominino ancora i modi da icona. Il fondo mostra un trattamento particolare, con una serie di cerchi concentrici che si allargano e si scuriscono dal centro verso l'esterno. Ma l'opacizzazione del fondo fa perdere in parte la suggestione immediata dell'effetto
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Taddeo Di Bartolo (1362 Ca./ 1422)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Nicola Di Naldo
Benedetto Di Bindo
- LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Carli annovera l'opera, insieme alle altre 8 tavolette del ciclo, comecustodita nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena (1946, p. 62). Tuttavia lo studioso attribuisce le tavolette a Nicola di Naldo, nativo di Norcia e seguace di Taddeo di Bartolo, riportando il fatto che erano state precedentemente attribuite a Taddeo di Bartolo e «dal Brandi riferite al gruppo dei pittori operanti nella sagrestia del Duomo, con datazione tra il 1410 ed il 1415, queste tavolette appartennero effettivamente ad un armadio della sagrestia (forse a quello che conteneva i libri) e risultano compite nel 1412 informa infatti la Cronaca del Bisdomini che il 10 maggio di quell'anno l'Operaio Caterino di Corsino provvedeva a munirle di una "tenda di taffettà di grana". Si tratta quindi della prima figurazione del Credo dell'arte senese, perché le famose tarsie di Domenico di Niccolò per il coro della cappella del Palazzo Pubblico furono iniziate nel 1415» (Carli 1946). Inoltre, un inventario del 1482 specifica che si trovassero «sopra al banco dove si parano i preti» (Carli, 1989).L'attribuzione a Nicola di Naldo deriverebbe, per il Carli, dall'affinità stilistica con le Allegorie affrescate nella cappella di destra della sagrestia del Duomo (cappella dei liri, o libreria), pagate all'artista nel 1410. Secondo il Carli, poi, altri pannelli, a completamento della serie, si trovavano all'epoca nella collezione Schloss Rohoncz, provenienti dall'ex collezione Saulmann di Firenze. Tale attribuzione si ripete nel 1976, mentre nel 1989 lo studioso rinnova l'attribuzione a Taddeo di Bartolo, così come aveva fatto la Symeonides nel 1965. A Taddeo di Bartolo avevano attribuito le tavolette in esame anche l'Edgell (1932), il Berenson (1932), il Thieme-Becker (1938), il Toesca (1951). Il Brandi, invece, le attribuiva nel 1949 a Benedetto di Bindo, seguito dal Boskovits (per bibliografia completa vd. Symeonides, 1965, pp. 257-258)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185967
- NUMERO D'INVENTARIO OA/3502-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in basso a sinistra su una striscia rossa - CREDO IN VNVM DEVM - caratteri gotici - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0