Madonna dell'Umiltà

polittico, 1423 - 1423

L'opera restituisce quasi totalmente l'assetto originario del polittico eseguito nel 1423, come testimonia l'iscrizione ora poco leggibile, e che in origine era collocato sull'altare della Visitazione del Duomo di Siena, di patronato di casa Tolomei, in prossimità della porta del Perdono. Lo scomparto centrale rappresenta la Madonna con il bambino circondata da sei angeli musicanti e sovrastata dalla colomba dello spirito santo, riunendo due modelli iconografici, quello della Madonna dell'umiltà e della Madonna del latte, intenta ad allattare Gesù infante. Negli scomparti laterali si susseguono da sinistra a destra: S. Agostino, S. Giovanni Battista in veste da eremita, S. Pietro e S. Paolo. Questi santi principali sono a loro vota sovrastati rispettivamente dai quattro evangelisti. Inoltre, si conservano due delle cuspidi che completavano gli scomparti laterali, rispettivamente con S. Biagio, a sinistra, e S. Ansano, a destra. Nel tabernacolo sovrastante è inserita l'effige dell'Assunta. L'opera riflette un gusto marcatamente tardo gotico, con l'adozione del fondo oro e , specialmente nello scomparto centrale e nel tabernacolo, con una squisita e raffinata vena decorativa. I santi laterali rivelano una vocazione alla linearità ed ad un'iconicità semplice e garbata, laddove gli e

  • OGGETTO polittico
  • ATTRIBUZIONI Gregorio Di Cecco Di Luca (notizie 1389-1423)
  • LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come riportato dal Carli (1946, p. 63) il polittico in esame costituisce l'unica opera sicura di Gregorio di Cecco di Luca, firmata e datata. E sempre il Carli riporta la notizia che nell'anno di esecuzione dell'opera (1423) il pittore prendeva come moglie la figlia dello scultore Domenico di Niccolò dei Cori. Secondo lo studioso : «Le striature d'oro, alla bizantina, sul manto della Vergine che dal tempo degli scolari di Duccio i pittori senesi avevano definitivamente abbandonato, derivano probabilmente da Barnaba da Modena [da lui conosciuto in Liguria], tramite Taddeo di Bartolo di cui Gregorio di Cecco di Luca fu scolaro e figlio adottivo. Poco frequente è inoltre nella iconografia senese il tema della Vergine col bambino seduta senza trono sul pavimento (qui marmorizzato), come una Madonna dell'Umiltà, ma con le teste dei cherubini che s'affacciano di sotto alle pieghe del manto; ed anche questo ci convince di quanto la cultura di Gregorio tendesse ormai a distaccarsi dal tradizionalismo tardo-trecentesco locale» (1946, pp. 62-63). Anche nella guida del 1989, il Carli sottolinea la grazia ed il sentimento decorativo dell'opera, parlando anche di una «rimeditazione di Simone Martini» e di una «formulazione di tipo schiettamente gotica». Altrove il Carli (1971, p. 144) afferma che la figura del bambino risulta mutuata dalla Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185907
  • NUMERO D'INVENTARIO OA/3514
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sull'aureola della Vergine - MATER PVLCRE DILECTIONIS - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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