San Girolamo
S. Gerolamo è rappresentato con i suoi attributi tradizionali, in veste cardinalizia, affiancato dal leone e intento a leggere un passo della Bibbia. Lo sovrasta, nella cuspide sovrastante, l'effige di Dio benedicente. Unica novità, rispetto alla tradizione, è la rappresentazione del santo come un giovane imberbe, piuttosto che come un vecchio eremita barbuto. La figura è rappresentata con una durezza delle forme che restituisce quasi una consistenza legnosa, come di ceppi intagliati con l'accetta; ed è così specialmente nel volto del santo e nelle mani; più convincente la resa del manto, con un panneggio deciso e chiaroscurato. Improbabile, invece, appare la resa tridimensionale e di scorcio del leggio con il libro aperto; tanto, quanto l'aggetto delle ginocchia del santo che aprono innaturalmente le pieghe della veste bianca, sotto il manto purpureo. Resta, comunque, proprio questa veste candida, lumeggiata fortemente, a rappresentare l'elemento più sorprendente della composizione, resa per scorci. Debolissima, invece, la resa delle mani robuste e tozze. La figura occupa con una gravezza ciclopica l'intero spazio della tavola. Notevole anche la resa del panneggio nel Dio benedicente, con i gradevoli colori pastello, brillanti e pastosi, delle vesti mosse da un vento leggero. E
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Di Paolo (1399-1402/ 1482)
- LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Brandi (Brandi, pp. 59-60) colloca l'opera come lavoro da inserire nelgruppo di opere da disporre tra l'ancona n° 171 e il Polittico di Staggia della Pinacoteca di Siena. In tali opere il Brandi individua la "nuova evocazione spaziale di Giovanni di Paolo; uno spazio che si congegna di elementi e si dispone intorno alla figura, tale che, [.] neanche la fuga delle mattonelle acquista valore prospettico, ma significato non diverso da quello che la concorrenza di raggi e la diminuzione progressiva dei filamenti interni ha in una tela di ragno". E' quanto avviene anche nel San Gerolamo, con la figura compressa e costretta in uno spazio nel quale la prospettiva è evocata forzatamente e con "stratagemmi" e riferimenti improbabili.Il Pope- Hennessy (Pope, p. 119) attribuisce l'opera all'ultimo periodo dell'artista, avvicinando la tavola a quella con l'Assunzione di Staggia (1475), alla quale è acuminabile la linea nervosa e la consistenza granitica da monolite e l'immutabilità delle forme. Il fatto che la tavola sia coronata dalla figura di Dio benedicente ha fatto affermare al Pope-Hennessy (Pope, p. 119) che si trattasse di una tavola votiva indipendente o di una parte di polittico (scomparto centrale, per il Carli in Opera, 1946, p. 60). Il Carli definisce l'opera un "solenne e fosco simulacro, dove il tormento della linea, sempre inquieta, mossa e contorta di Giovanni di Paolo, appare esasperato fino alle sue estreme possibilità espressive, ad una vera e propria deformazione della realtà [.]"; ma anche una delle "più ardite caratteristiche creazioni dell'ultimo periodo" (Opera, 1946, p. 60); quell'ultimo periodo, dal 1440 in poi, quando lo stile di Giovanni di Paolo si fa più grandioso, con una decisa caduta di qualità. Tale produzione è detta dal Carli (Electa, 1946, p. 67) essere quanto di meno piacevole ed attraente si possa immaginare. «poiché ci presenti un mondo di foschi giganti dalle membra gonfie e intorpidite, dai lineamenti scavati da una precoce ripugnante vecchiezza e dallo sguardo triste e inebetito. Ma in questa spietata rinuncia ad ogni terrena venustà il vecchio Maestro [.] non faceva altro che riconfermare con allucinante e desolata intensità quella visione spirituale che gli era stata familiare fin dai lontani anni della giovinezza. Visione dura e solenne di un'umanità senza gioia [.]»
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185844
- NUMERO D'INVENTARIO OA/3503
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0