statua, frammento - ambito romano (prima metà II)

statua 101 - 150

Si tratta di una scultura in porfido rosso antico, con base circolare di breccia africana raffigurante, allo stato frammentario, una figura umana, priva della parte superiore del busto, del piede destro e di parte della gamba sinistra. L’opera, per quanto si presenta in questo stato ampiamente incompleto, presenta un importante panneggio, notevole nella morbidezza e passaggi plastici, a dispetto di un materiale così poco duttile come il porfido

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA porfido/ lucidatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
  • LOCALIZZAZIONE Opificio delle Pietre Dure
  • INDIRIZZO Via degli Alfani, 78, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per quanto riguarda la provenienza di questo pezzo, Bartoli e Maser si rifanno ad una notizia dello Zobi, secondo cui il Granduca Ferdinando I, nel 1597, fece pervenire da Roma, per la decorazione di S. Lorenzo, 350 pezzi di porfido, cioè altrettanti frammenti di opere artistiche antiche (Zobi, 1853, p. 195), ma c’è da notare che già notevoli quantità di porfidi erano presenti nell’inventario del 1553 e gli arrivi da Roma di tali materiali lavorati proseguono per tutto il secolo XVII e XVIII. Il Delbruck identifica questo frammento con una delle tre statue di daci, rinvenute da Andrea Valle ai primi del secolo XVI, o durante gli scavi del tempio di Agrippa, oppure in quelli del 1507 al Foro di Traiano. In tutti i casi citati le statue appartenevano a costruzioni del periodo adrianeo. Di queste statue, pervenute a Firenze da Villa Medici a Roma nel 1788, due giunsero in buono stato e nel 1810 trovarono sistemazione all’ingresso del Giardino di Boboli, la terza invece giunse a pezzi, priva della testa in marmo e del busto, di cui non si hanno più notizie. Sappiamo invece che il 15 luglio 1872 pervennero, all’Opificio dal Museo Nazionale, 6 frammenti di statue in porfido (A.O.P.D., Inv. 1859, aggiunte), ma è una notizia troppo indefinita per poter avanzare identificazioni certe che solo in via ipotetica possono applicarsi a “La Lupa”, oggi agli Uffizi, “Il Togato”, oggi al Museo Archeologico, lo “Stemma” e la “Testa di uomo” entrambe in Opificio e il frammento in esame. Dal 1872 i frammenti rimasero nel cortile dell’Opificio, inventariati come “materiali semilavorati”. C’è da notare, circa il materiale, che, nonostante lo stato frammentario, i vari passaggi e, si può dire, le traversie subite, il porfido presenta una lucidatura ancora intatta, così come l’aveva ricevuta originalmente nell’antichità, forse proprio ad Alessandria nel secondo secolo d.C
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900170528
  • NUMERO D'INVENTARIO 74
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Opificio delle Pietre Dure
  • ENTE SCHEDATORE Opificio delle Pietre Dure
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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