paesaggio con cavaliere
dipinto
1763 - 1763
Gori Lamberto Cristiano (1730/ 1801)
1730/ 1801
Il centro focale è rappresentato dalla figura del cavaliere, con cappello piumato, che avanza sul destriero in prossimità di un’ansa di mare. Il paesaggio attorno, infatti, è tracciato sommariamente ed in maniera sbrigativa, a cominciare dall’improbabile costone di roccia rotondeggiante che sfida le leggi naturali della fisica e sostiene un complesso chiesastico. Il cavaliere si dirige di buon trotto verso la riva di uno specchio d’acqua su cui galleggiano due imbarcazioni. Sull’altra sponda sorge una collinetta spoglia, ornata solo da rari cipressi, su cui si insediano alcune costruzioni. I colori sono tutti giocati su una piacevole gamma di rosa e azzurri, trattati dall’autore come se si fosse in presenza di un guazzo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
scagliola/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Gori Lamberto Cristiano (1730/ 1801): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
- LOCALIZZAZIONE Opificio delle Pietre Dure
- INDIRIZZO Via degli Alfani, 78, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Lamberto Cristiano Gori, che ha firmato e datato in basso a sinistra questa scagliola, già nelle collezioni di Palazzo Pitti, è certo il più noto tra gli scagliolisti toscani attivi nella seconda metà del secolo XVIII. Allievo e grande ammiratore di Enrico Hugford, sulle cui virtù artistiche scrisse il trattato “Sull’arte di lavorare la scagliola” (1771-1779) il Gori fu ricordato a lungo dagli storici dell’arte e la sua fama perdurava ancora nel corso del secolo XIX, se si dà credito ad un articolo, a firma del Benci (apparso ben venti anni dopo la morte dell’artista) in cui si accenna ai grandi onori pubblici cui il Gori andò incontro nella sua qualità di scagliolista. Successo che male si comprenderebbe, visto che il Gori fu in seguito dimenticato quasi completamente, se non si tenesse presente la propensione, tutta settecentesca, per il virtuosismo, per la curiosità speculativa, ed anche per la varietà del repertorio. Il Gori, convinto, come scrive lui stesso nel suo trattato, che la scagliola debba avere come riferimento di soggetto tutto ciò che si può esprimere con la pittura, fu in grado di soddisfare le più svariate richieste dei committenti, sbizzarrendosi con copie di dipinti del ‘500 e ‘600, ritratti, nature morte, paesaggi, fiori. Dal nucleo di opere di questo autore raccolte presso l’Opificio delle Pietre Dure, si può subito cogliere il virtuosismo tecnico ed il grande, duttile eclettismo del Gori che, in questo quadretto, situato in età giovanile, mostra di rifarsi agli insegnamenti del suo maestro Enrico Hugford, sia per il soggetto pittoresco che per la luminosità delle gamme cromatiche, tutte scelte sui toni pastello
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900170171
- NUMERO D'INVENTARIO 1955
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Opificio delle Pietre Dure
- ENTE SCHEDATORE Opificio delle Pietre Dure
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - LAMBERTUS C. GORI F. FLORENT 1763 - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0