lapidazione di Santo Stefano

miniatura,

Iniziali istoriate: Trinità e Martirio di S.Stefano. due iniziali istoriate a fondo oro circondate da un' unica cornice in giallo con profilo a ovoli. Le iniziali sono ornate all'esterno da foglie di acanto con volute e caulicoli in rosa, azzurro, verde e arancio e fogliette negli stessi colori, con gocce dorate. L'iniziale superiore ha un corpo azzurro con filigrana bianca, nodo superiore in azzurro e rosa, campo interno in oro nella parte superiore, azzurro sfumato in bianco nella parte inferiore, con nube centrale rossa e rosa e raffigura, nella parte superiore, la Trinità sotto forma di tre persone a mezzo busto, con aureola dorata con croce rossa, veste rossa e manto azzurro, tutte e tre con libro aperto bianco in cui sono scritte le lettere A e W . Quella centrale ha la barba grigia, le laterali sono identiche con capelli castani. Nell'iniziale inferiore a fondo oro con rocce grigie è raffigurata la lapidazione di S. Stefano: il santo è in ginocchio, nimbato, con veste azzurra. Dietro di lui stanno due carnefici con veste rossa, copricapo e calzature in azzurro (a sinistra); veste in giallo e rosa, cappuccio azzurro, calzature nere.[OSS]

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ inchiostro/ pittura a tempera/ doratura/ miniatura
  • ATTRIBUZIONI Franchi Rossello Di Jacopo (1376 Ca./ 1456)
  • LOCALIZZAZIONE Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il codice appare ricordato nel commento del Milanesi alle Vite di Vasari (1850) e nella successiva opera di Pini e Milanesi, che ritengono riferito a questo codice un documento di pagamento del 1429, pubblicato anche dalla Levi D'Ancona(1962, p.191). Descrittto semplicemente dal D'Ancona (1914), il codice viene valutato per la prima volta dal puntodi vista stilistico da A. M. Ciaranfi (1932) e dal Salmi (1954).E' attribuito a Matteo Torelli dalla Levi D'Ancona (1961; 1962, p.234), la quale nega l'attribuzione a Rossello di Jacopo Franchi, che era stata proposta dal Milanesi (1850) e da Thieme e Becker (1916), che suggeriscono, per alcune miniature, (ma non dicono quali) il nome di Giovanni Battista di Biagio Sanguigni (1393-1451). Il Marchini (1963) attribuisce il codice alla collaborazione di Matteo Torelli e Rossello di Jacopo Franchi, riferendo al manoscritto un documento di pagamento datato 1428, che fa il nome di quest'ultimo pittore. Egli esprime la forte probabilità che il documento (Prato, Archivio Datini, Pieve di S. Stefano, Libro d'Entrata ed uscita, n. 1167, 1428)si riferisca al nostro codice (che èdel 1429) immmaginando che le miniature siano state eseguite pima della rilegatura.Il Machini attribuisce le iniziali istoriate a tre mani diverse, tutte influenzate dallo stile di Lorenzo Monaco. Assegna per motivi stlistici al primo pittore (Rossello di Jacopo Franchi) e le iniziali di c. 53v (S. Giovanni Evangelista) e di c. 51 (Martirio di S. Stefano); al secodno pittore (Mattero Torelli) le iniziali di c. 48v (S. Sefano in trono); c.43v (Adorazione del bambino), e c. 3r (il re dAvid e l'Eterno); al terzo pittore (Giovan Battista di Biago Sanguigni)attribuisce le iniziali di c. 61v (S. Tommaso Becket); c. 68r (S. Silvestro), c. 67r (SS.Innocenti); c. 36r (Gesù Bambino); c. 51r (la parte superiore del'iniziale); e c. 3r (iniziale eseguita su disegno del Torelli). L'ipotesi sembra accettabile, considerando il diverso stile e la diversa qualità di esecuzione dei tre gruppi idi iniziali istoriate, di cui i primi due sono i più pregevoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900161618-6
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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