Lettera S

miniatura 1526 - 1526

Iniziale su fondo oro con campo interno dorato, ma più chiaro, con corpo rosso ornato da filigrana e dal consueto motivo a ovoli e dentelli, con cornice interna gialla e bordo esterno con foglie di acanto in verde, azzurro e rosa. All'interno, nelle due metà in cui il campo è suddiviso dal corpo dell'iniziale sono presenti due rosette azzurre con boccioli gialli e con girali vegetali in rosso. L'ornato esterno è costituito da un tralcio verticale a racemi vegetali negli stessi colori, circondati dai consueti boli dorati, i quali ornano anche il margine superiore della carta, al di sopra dell'iniziale

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ inchiostro/ doratura/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 13.5 cm
    Larghezza: 13 cm
  • ATTRIBUZIONI Eustachio Fra (1473/ 1555)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO piazza del Duomo, 9, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il codice, datato 1526 dall'autore delle miniature (c.Ir.; c.4r), è attribuito a Frate Eustachio (Tommaso di Baldassarre), converso domenicano di S.Marco, nel suo commento alle Vite del Vasari (1850), dal Milanesi, che attinge alle antiche biografie di P.Timoteo Bottonio (Annali, II, 1555) e P.Serafino Razzi (Istoria degli Uomini illustri del sacro Ordine dei Predicatori, Lucca, 1596, p.354). Sappiamo che Frate Eustachio miniò altri codici per l'Opera del Duomo: Il Granducale CII nel 1519; l'A 31 nel 1521; l' F30 nel 1523; il G nel 1525 (secondo M.Levi D'Ancona, 1962, pp.270-271). Il Milanesi (1850, VI, p.338) e la Levi D'Ancona (Op.cit., Ibidem) riportano i documenti di pagamento a Frate Eustachio, da parte dell'Opera del Duomo, per i corali da lui miniati, documenti datati 1521 e 1525 (Archivio dell'Opera del Duomo, Libro Debitori e creditori, cc.52; 30). L'attribuzione fatta sia in base a questi documenti, sia per motivi stilistici, è sostenuta concordemente da tutti i critici, dal Milanesi (1850) e dal Colnaghi (1887) alla Levi D'Ancona (1962) e alla Francini Ciaranfi (1970). Quest'ultima nota un attardamento nei moduli stilistici dei codici del Duomo, rispetto ai codici precedenti, come il Salterio n°529 del Museo di S.Marco, datato 1505, che rilevava l'influsso di Fra' Bartolomeo (cfr.R.Chiarelli, I codici del museo di S.Marco a Firenze, Firenze, 1968, pp.29-30; 62), e ,portando alle estreme conseguenze il giudizio della Levi D'Ancona, considera queste tendenze arcaizzanti, simili ai modi del Beato Angelico, con influenze del Perugino, del Botticelli e dei miniatori del Quattrocento, come un sintomo di involuzione del nostro miniatore, che si rivelerebbe esperto calligrafo più che valente pittore (Dai documenti sopra citati emerge che Frate Eustachio è autore, nei codici da lui miniati, anche dalle iniziali filigranate). A mio giudizio, gli attardamenti stilistici nelle iniziali istoriate del nostro codice dimostrano un distacco della miniatura dalla grande pittura, che può essere considerato come una distinzione fra due generi diversi di arte figurativa; se questo effetto è ricercato, non denota una mancanza di inventiva, ma il desiderio di aderire più strettamente ad un tradizione iconografica e religiosa, come dimostra anche l'uso, in pieno Cinquecento, della scrittura gotica "rotunda", tipico del nostro antifonario. La Francini Ciaranfi attribuisce la scrittura a Don Filippo di Pulidoro, autore, secondo i documenti sopra citati, del testo degli altri antifonari eseguiti per l'Opera del Duomo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/ecclesiastica
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900161206-2.4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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