La campagna romana presso Terracina. paesaggio fluviale

dipinto, 1865 - 1865

N.P

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cortese Federico (1829/ 1913)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In data 13 maggio 1866 viene indirizzata al Ministero della Pubblica Istruzione una proposta di acquisto di cinque paesaggi di Federico Cortese, indicando una specifca preferenza per "Campagna romana presso Terracina", valutato lire 2600; con una successva lettera del 23 maggio il Ministero informa il Drettore delle Gallerie Fiorentine dell'avvenuto acquisto, e lo sollecita a far ritirare il quadro dell'Accademia "ove si trova attualmente e riporlo dove crederà meglio". La sede prescelta fu la "Galleria dei quadri antichi e moderni" all'Accademia, dove il dipinto fu collocato il 6 novembre 1866 e rimase fino al 1914, quando fu concesso in deposito all'Accademia della Crusca. Il quadro non risulta esposto alle Promotrici precedenti il 1866, dove anzi Cortese non è rappresentato da alcuna opera; dunque l'acquisto da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, in seguito ad una proposta privata, e comunque estranea alle esposizioni della Società Promotoria, sembra confermare il successo che il pittore aveva ottenuto negli ambienti ufficiali fino dal 1860, quando Vittorio Emanuele II gli aveva acquistato "Scena nella campagna romana nei dintorni di Ariccia" per farne dono al Museo Civico di Torino ed il Vela proponeva la sua nomina a professore onorario dell'Accademia Albertina. Cortese si mostra ancora erede della tradizione meridionale della pittura di paesaggio, che molto presto si era aggiornata sulle novità francesi, non solo per i soggiorni napoletani di Corot ma anche per i viaggi in Francia dello Smargiassi, che fu poi professore all'Accademia e maestro di Cortese stesso; una conoscenza approfondita poi del pittore durante il viaggio in Francia compiuto nel 1864 - soltanto un anno prima di questo paesaggio - e dal contatto diretto con quegli esempi "barbizonniers", dai quali potrebbero forse dipendere i piccoli tocchi che lumeggiano i ruderi e gli alberi. Lo schieramento cromatico e la maggiore luminosità potrebbero avere, comunque, in Cortese anche matrici precedenti al viaggio francese e derivare dal soggiorno romano iniziato nel 1855, quando Nini Costa - al quale ci riporta lo sviluppo orizzontale di questo paesaggio - studiava nella campagna romana intorno ad Ariccia, una località che ritornerà a distanza di pochi anni nel già citato quadro di Cortese del 1860. Rapporti fra il Costa e Cortese non sono documentati, ma le biografie di Cortese ricordano la sua amicizia durante gli anni romani con Vertunni e Celentano, che il Costa cita più d'una volta nelle sue memorie
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900158771
  • NUMERO D'INVENTARIO Acc. n. 419
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - F. CORTESE 1865 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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