Pentecoste

trittico ca 1362 - ca 1365

Base a doppio gradino, montanti a pilastrino, due archi a tutto sesto entro cimasa rettilinea ai lati, grande arco a tutto sesto sorretto da pilastrini al centro

  • OGGETTO trittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia
  • MISURE Altezza: 195 cm
    Larghezza: 287 cm
  • ATTRIBUZIONI Andrea Di Cione Detto Andrea Orcagna (notizie 1343-1368)
    Jacopo Di Cione Detto Jacopo Orcagna (notizie 1365/ Ante 1400)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Spinello Aretino
    Scuola Giottesca
    Allegretto Di Nuzio
    Orcagna, Bottega
    Maestro Della Pentecoste
    Orcagna E Spinello Aretino (?)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si ritiene che il trittico possa identificarsi con il dipinto citato dal Vasari sull'altare maggiore della chiesa fiorentina dei SS. Apostoli e Biagio. Da questa collocazione fu probabilmente rimosso in occasione dei lavori cinquecenteschi condotti da Giovanni Antonio Dosio, e collocato nella cappella Viviani. Forse nel Settecento fu portato alla Badia Fiorentinae da qui spostato all'Accademia nel 1939. Il Vasari lo riteneva opera di Spinello Aretino, e tale attribuzione ha avuto un seguito nelle guide. Nell'Ottocento prevale il riferimento alla scuola giottesca. Furono Crowe e Cavalcaselle ad avvicinare il trittico dapprima dubitativamente ad Andrea Orcagna (1864), poi ad Andrea con un'eventuale collaborazione del fratello Iacopo di Cione (1883). L'attribuzione è largamente seguita dalla critica successiva. La Sandberg Vavalà, in maniera isolata, ritiene possibile una completa assegnazione del dipinto a Iacopo di Cione; Offner attribuì il trittico ad un anonimo collaboratore dell'Orcagna denominato appunto Master of Pentecost. La critica più recente con qualche sottile distinguo tende sostanzialmente a ritenere il trittico opera autografa di Andrea con qualche significativo intervento di Iacopo. Secondo Tartuferi, autore della scheda di catalogo dell'Accademia il dipinto rappresenta uno dei vertici della pittura di Andrea Orcagna con l'intervento di Iacopo; lo studioso accoglie come probabile la datazione suggerita da Kreytenberg al 1362- 1365. La carpenteria del dipinto è quella originale e da essa, durante il restauro, è stata rimossa una iscrizione settecentesca: è tuttavia mancante la parte superiore che come ipotizzano Kreytenberg e Parenti doveva essere dotata di cuspidi dipinte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900158543
  • NUMERO D'INVENTARIO Depositi 165
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • ISCRIZIONI sul secondo gradino - S(ANCTUS) IACOBUS S(ANCTUS) SIMON S(ANCTUS) THOMMAS / S(ANCTUS) ANDREAS S(ANCTUS) IACOBUS S(ANCTUS) IOANNES S(ANCTUS) PETRUS S(ANCTUS) PAOLUS S(ANCTUS) MACTEUS/ S(ANCTUS) BARTOLOMEUS S(ANCTUS) TADDEUS S(ANCTUS) MATTIAS - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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