Cristo in pietà e angeli
dipinto,
post 1600 - ante 1615
Bassetti Marcantonio (attribuito)
1586/ 1630
Il corpo riverso del Cristo, attorniato da tre angeli, uno dei quali sostiene una candela
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 19 cm
Larghezza: 25.5 cm
-
ATTRIBUZIONI
Bassetti Marcantonio (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione a Marcantonio Bassetti con la quale il dipinto è registrato nell'inventario della collezione Longhi (1970, n. 56) appare del tutto giustificata da motivi stilistici e tipologici consueti al pittore veronese. L'esecuzione del panneggio a larghe falde bianche rimanda infatti ad un procedimento particolare del Bassetti, da lui usato durante tutto l'arco della sua attività nei quadri a olio, su tela o su pietra, e anche nei disegni a monocromo (cfr. A. Ottani Cavina, in "Cinquant'anni di pittura veronese" 1580-1630,catalogo della mostra, Verona, 1974, pp. 156-162; U. Ruggieri, "Proposte per il Bassetti disegnatore", in "Arte Veneta", XXXI, 1977, pp. 208-212). Un'affinità strutturale lega inoltre questi ultimi, "quali toccar soleva di biacca e nero à oglio sopra la carta" (C. Ridolfi, "Delle meraviglie dell'Arte", Venezia, 1648, ed. Berlino, 1914-24, II, 1924, p. 241), alla pittura su paragone: analoghi sono gli effetti luministici ottenuti per contrasto col fondo scuro e la stesura veloce e corsiva. Della composizione esistono numerose versioni eseguite per lo più sul nero marmo veronese da artisti locali fra la fine del Cinquecento e l'inizio del secolo successivo. Agli esempi del Brusasorzi ('Cristo deposto con angeli', Rovereto, coll, priv.; 'Deposizione con la Maddelena', Verona, Museo di Castelvecchio) si è ispirato il Bassetti, che si formò alla sua scuola traendone più di quanto non si fosse finora supposto, prima di trasferirsi a Venezia e in seguito, nel '16, a Roma. La dominante culturale strettamente veneta e palmesca di questo 'Cristo deposto' della collezione Longhi consente di anticiparlo alla prima e malconosciuta fase giovanile del Bassetti. Inoltre l'educazione manieristica sempre leggibile nell'accentuata torsione plastica delle figure lo inserisce forse in un momento ancora precedente alle prime opere che gli vengono di solito assegnate (i 'Santi Pietro e Andrea' della Chiesa di San Zeno a Morcuri e il 'Ritratto di uomo col guanto' del Museo di Castelvecchio di Verona) e che mostrano già - prima del soggiorno 'caravaggesco' a Roma - "un realismo non ancora inteso in senso plastico-luminoso, ma scaturito piuttosto dalla grande eredità dei Bassano" (A. Ottani Cavina, in op. cit., p. 137). Il soggetto eseguito sempre su pietra di paragone, con effetti di notturno, e destinato alla devozione privata ebbe una notevole fortuna, ai primi del Seicento, anche nella interpretazione degli altri due pittori componenti il "trio" dei veronesi: del Turchi esistono due versioni, nella Galleria Borghese di Roma e al Castello Sforzesco di Milano, una dell'Ottino, nel Museo di Castelvecchio di Verona
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900155630
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0