Giacobbe chiede in sposa Rachele a Labano

dipinto, ca 1660 - ca 1665

Giacobbe chiede la mano di Rachele a Labano; dietro Rachele vi è sua sorella Lia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ferrari Giovanni Andrea De (1598/ 1669)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera certa di Giovanni Andrea De Ferrari e del suo periodo migliore, quello tardo, ispirato alle favole bibliche, il dipinto della collezione Longhi non ha trovato nella critica sull'arte genovese del Seicento una trattazione specifica. Al Longhi se ne deve l'attribuzione che è poi ripresa dal Boschetto nel catalogo della raccolta: ci si riferiva in quella occasione soprattutto alla singolare analogia col Velasquez generata da un pari sentimento di intima ed umile adesione al dato naturale. Un presupposto caravaggesco quest'ultimo al quale si alimentò gran parte della cultura artistica locale, per una diretta esperienza romana come il Fiasella o per scambi più filtrati fra pittori di estrazione diversa di cui Genova fu spettatrice nel secondo e terzo decennio (G. Manzitti, "Influenze caravaggesche a Genova e nuovi ritrovamenti su Luciano Borzone", in "Paragone", XXII, 1971, 257, pp. 34-35). L'alunnato presso lo Strozzi, così determinante come si rivela nelle tele giovanili (1619) del conservatorio di San Giuseppe (E. Falletti, "Inediti giovanili di Giovanni Andrea De Ferrari", in "Commentari", VII, 1956, 3, pp. 158-168), contribuì ad orientare in quel senso e in modo duraturo, la pittura del De Ferrari: anche quando, sulla metà degli anni trenta, il suo stile si evolve verso soluzioni compositive semplificate, preferendo il taglio orizzontale, svolto in primo piano. Altre costanti ricorrono e rendono omogenea la produzione, perlopiù ispirata al Vecchio Testamento, della sua fase matura. Sono figure intere o a tre quarti che, su scene senza sfondo, recitano, con sguardi eloquenti e gesti significativi, episodi biblici ricchi di suggestione fantastica e insieme di allusioni e ammonizioni morali. Un'unica serie sarà forse quella costituita dalle storie di Giuseppe ('Giuseppe venduto dai fratelli', Galleria Nazionale di Parma; 'I fratelli di Giuseppe mostrano la tunica insanguinata a Giacobbe', Galleria Nazionale d'arte antica di Roma; 'Giuseppe rifiuta i doni', Galleria Acquavella di New York) ma, ugualmente, nelle tele dedicate a Noè ('L'ebbrezza di Noè', Palazzo Bianco di Genova e Galleria Nazionale di Parma), a Abramo ('Abramo visitato dagli angeli', City Art Museum di St. Louis) o a Esaù e Giacobbe (la 'Vendita della promogenitura', Palazzo Bianco di Genova) il formato è pressochè identico (115/120x45/150) e così pure il taglio della composizione, gli abiti e le tonalità cromatiche. Di queste opere il Labano promette Rachele a Giacobbe è certo la più tarda,databile oltre la seconda metà del secolo, fra la 'Vendita della primogenitura' e l''Agar e l'angelo' della SS.Annunziata del 1665. L'impasto pittorico, morbido e luminoso, è "liquido, steso a pennellate di grande corsività e libertà (F.R. Pesenti, "Osservazioni tecniche sulla pittura della prima metà del Seicento a Genova", in "Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria", XIII, 1979, 2, p. 16), come nell''Agar nel deserto' in collezione privata genovese e nel 'Marta e Maddalena' della Galleria Rizzi di Sestri Levante (cfr. G.V. Castelnovi, in "La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al Novecento", Genova, 1971, p. 120), toccando risultati di vibrazione cromatica affini a quelli dell'ultimo Assereto. E' nota un'altra versione dello stesso soggetto conservata oggi nei depositi del Palazzo Bianco; ma si tratta di un'opera giovanile, variata nella composizione, di cui si conosce il disegno preparatorio nella collezione Janos Scholz di New York ("Genoese Baroque Drawings", catalogo a cura di M. Newcome, Binghamton, 1972, p. 17, n. 39). Una replica, più fedele invece al nostro esemplare, ma anche questa precedente, è quella, di ubicazione ignota, di cui esiste una riproduzione nella fototeca Longhi (già in Boschetto, 1971)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900155629
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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