Madonna in trono con Bambino

dipinto, 1351 - 1399
Giovanni Del Biondo (attribuito)
notizie dal 1356/ 1398

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Del Biondo (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Dicomano (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La più antica notizia documentata di questa tavola è quella relativa alla visita pastorale del 12 giugno 1647 della Pieve di Frascole: "...ab altare Beatae Mariae Virginis..." (cfr. A. V. F., sez. V, F. 18, Visite dal 1646 al 1647 di R. Strozzi), c. 220). La tavola viene successivamente ricordata in vari inventari settecenteschi ed ottocenteschi. Il dipinto è citato come "opera di scuola giottesca" dal Poggi, dal Niccolai e dal Righini. Il Boskovits, pur non avendola inserita nel suo studio sulla pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, la ritiene opera di Giovanni del Biondo, documentato a Firenze dall'ottobre del 1356 e qui attivo fino alla morte, avvenuta nell'ottobre 1398. Fra le opere dell'artista, eseguite per committenti provinciali ed avvicinabili a questo dipinto, si possono ricordare le due tavole raffiguranti l'Incoronazione della Vergine e Santi, una del 1375 per la parrocchia di S. Donato in Poggio e l'altra per la chiesa di S. Maria delle Grazie a S. Giovanni Valdarno e la tavola centrale di un trittico disperso, raffigurante la Madonna col Bambino, datata 1392, eseguita per il convento di S. Francesco a Figline Valdarno. Il pannello di Figline fa quindi parte dell'ultima produzione del pittore, che aveva già affrontato lo stesso tema molti anni prima nelle pale d'altare Tosinghi e Rinuccini in S. Croce. Si può ipotizzare che l'opera di Frascole possa essere ascritta a questo periodo. Ogni segno di vita, di fremito interno è scomparso dai lineamenti delle figure, la sagoma e la faccia della Madonna sono molto assottigliate e così anche le mani, le cui dita sembrano quasi degli artigli che si allungano a dismisura. L'interesse dell'artista per l'ornamentazione è riconoscibile nel trono sul quale è seduta la Vergine: l'appuntito frontone si carica di ornati e girami ed i pilastrini laterali culminano in due tempietti verticalissimi. La composizione riceve tutta la sua particolare vitalità dal colore lucido e smagliante. Gli stessi tratti facciali, la stessa "distaccata relazione" fra la Madonna ed il Bambino, si ritrovano anche nella pala di Sarasota (Ringling, Museum of Art, Sarasota, USA), ascrivibile sempre fra i lavori tardi di Giovanni del Biondo o addirittura uscita dalla sua bottega, nella seconda metà del 1380 (cfr. Offner, Corpus of florentine paintings, New York, 1969)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900153873
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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