Madonna con Bambino in trono tra santi e angeli musicanti
dipinto,
ca 1490 - ca 1490
Gozzoli Benozzo (scuola)
1420-1422/ 1497
Dipinto a tempera su tavola raffigurante la madonna col Bambino, quattro santi e quattro angeli musicanti
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gozzoli Benozzo (scuola): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Citato rapidamente negli inventari SOLENNE (1888) e FERRI (1889) subito dopo la donazione di Louis Claude Carrand con l’attribuzione al Rinascimento, il dipinto è assegnato da SUPINO (1898) alla scuola fiorentina del XV secolo, ipoteticamente all’ambiente di Benozzo Gozzoli; di VAN MARLE (1927) è il primo tentativo di individuare la personalità dell’autore, elencando la tavola Carrand insieme ad altre opere dell’ “Alunno di Benozzo”, un pittore ignoto molto vicino allo stile tardo del Gozzoli; la proposta è accettata da BERENSON (1932, 1936 e 1963), che riprende anche l’erronea identificazione di Sant’Orsola con Santa Lucia ed avverte che l’”Alunno di Benozzo” non può essere Amedeo da Pistoia, un altro stretto seguace del Gozzoli. Non tengono conto dell’ipotesi di VAN MARLE né le schede dattiloscritte della collezione Carrand (anonime, ma basate su note di SUPINO riviste da Filippo ROSSI nel primo dopoguerra, come direttore del Bargello; com.or.del caposervizio Moscadelli) né lo stesso ROSSI (1938), che assegnano ancora il dipinto alla scuola di Benozzo (nella scheda Carrand si nota la rotatura posteriore della tavola). L’opera ha partecipato alla mostra per il centenario della donazione di Louis Carrand al museo del Bargello (1989). Appartiene senza dubbio alla cerchia di Benozzo Gozzoli, ed anzi nella sua produzione esiste quello che potrebbe essere il modello: si tratta della Madonna in trono col Bambino ed i SS. Benedetto, Scolastica, Orsola e Giovanni Gualberto, proveniente dal monastero di San Benedetto a Ripa d’Arno ed oggi a Pisa, Museo Nazionale di san Matteo, che alcuni ritengono eseguita anche con aiuti; la PADOA (Benozzo Gozzoli pittore fiorentino, Firenze 1972, tav.228 e scheda pag.143) sembra considerarla autografa e la data dopo il 1480 per certi ricordi del Ghirlandaio. L’impostazione è simile alla pala Carrand, anche se in questa la Vergine siede ad un livello più alto, ed anche la fisionomia di alcuni personaggi (il Bambino, la Madonna e Sant’Orsola – che occupa anche la stessa posizione di quella nel dipinto del Bargello) ricorda le stesse dalla nostra tavola: è l’unica opera di Benozzo che possa avvicinarsi alla pala Carrand, e forse, se vi sono presenti aiuti, può trattarsi dell’autore del nostro dipinto. Il disegno agli Uffizi con uno Studio per l’incontro tra Gesù Bambino e San Giovannino (Gabinetto Disegni e Stampe, n.141 F), dell’ambiente del Gozzoli, mostra nella figura a sinistra panneggi simili a quelli della Santa Orsola del Bargello (tunica che scende verso il basso a colonna e termina con una sorta di “rimborso”) e degli angeli in alto (tunica rimborsata in vita); indubbiamente l’autore della pala Carrand si è formato nell’entourage di Benozzo, ma non gli sono estranei motivi del Perugino e del Pinturicchio. Un pittore umbro-fiorentino di questo genere è quello che Roberto LONGHI aveva chiamato “Maestro esiguo” di un articolo su “Vita artistica” (aprile 1927), nome rifiutato da BERENSON (Quadri senza casa. Quattrocento fiorentino, in “Dedalo”, XII, 1932, pp.819-853) come “insufficiente descrittivo” in quanto ne esistono molti ben più esigui di lui, e sostituito con quello già usato da VAN MARLE (1927) di “Alunno di Benozzo”; la sua personalità è stata definita dallo stesso VAN MARLE (1927) e da BERENSON (Quadri senza casa cit., pp.837-841), ma la PADOA (Benozzo Gozzoli…… cit., nota 182 pag.186) non accetta l’attribuzione della predella con la Pietà nella collezione privata di Melbourne Hall, Derbyshire, restituendola a Benozzo. Alcuni caratteri di queste opere si ripetono nella pala del Bargello, come il modo di piegare la testa di certe figure ed il decorativismo architettonico minuto e policromo: quest’ultimo è molto evidente nell’Annunciazione di New York, collezione Goodhart (pubblicata da BERENSON a pag.843 dello studio citato), e ricorda da vicino il complesso apparato che sovrasta il trono della Madonna Carrand, istoriato come una miniatura e con piccoli debiti verso la prospettiva. Tuttavia nelle opere attribuite all’ “Alunno di Benozzo” si avverte una maggiore rigidità nelle figure, una secchezza di linee e di modellato che non arriva a tal punto nel dipinto del Bargello; ma tra tutti questi lavori uno in particolare, la Madonna in trono col Bambino e Santi del museo fiorentino del Bigallo, richiama un modello comune: ha lo stesso impianto della pala Carrand di cui mantiene anche le Sante Caterina ed Orsola, che occupano la stessa posizione; i Santi Sebastiano e Lorenzo sono sostituiti rispettivamente dal Battista e da Biagio, ed al posto dei due angeli sul prato si vedono le Sante Cecilia e Lucia. Lo sfondo, invece che da nubi, è costituito da una balaustra a svecchiature marmoree, ed in luogo del prato vi è un pavimento; il trono, diverso come modello, ha egualmente due gradini. [continua nelle Annotazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130775
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2010
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
- ISCRIZIONI sull'architrave del trono - MARIA M / ATER GRATIE MATER MISE / RICORDIE - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0