Madonna con Bambino
dipinto
post 1390 - ante 1399
Gaddi Agnolo (attribuito)
notizie dal 1369/ 1396
Dipinto a tempera su tavola a fondo oro, in stato frammentario, raffigurante la Madonna con il Bambino. La tavola è inglobata in un'unica cornice in legno dorato con altri due frammenti più piccoli
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Gaddi Agnolo (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La piccola tavola si presentava in stato frammentario già all’epoca del primo inventario della collezione Carrand (SOLENNE 1888), redatto l’anno stesso dell’acquisizione da parte del Bargello (l’atto autografo della donazione di Louis Claude Carrand, un foglio sciolto nell’inventario Solenne, è del 28 settembre 1887). Doveva far parte insieme ai nn.2014 e 2015 di un altarolo per devozione privata o per qualche convento, poi disperso: la Madonna in trono, incoronata (?) da almeno due angeli, era affiancata da Sant’Antonio abate (n.2014) e, alla destra dell’osservatore, dal Santo (n.2015); forse la tavola era completata così, sul tipo di moltissime anconette trecentesche decorate da una parte lignea scolpita ed intagliata a motivi architettonici, spesso opera dello stesso artista, un pittore-intagliatore come non mancavano nel periodo gotico. Ricordata dagli inventari SOLENNE (1888) e FERRI (18889) come “frammento di tavoletta” del sec.XIV, la nostra Madonna del latte è assegnata alla “scuola di Agnolo Gaddi” da SUPINO (1898), dalla CRUTTWELL (1908) e da SUPINO-ROSSI (scheda dattiloscritta anonima, ma compilata dai due studiosi: com.or.del caposervizio del Bargello, Moscandelli), mentre nel 1907 WULFF aveva fatto il nome del “Madonnenmeister”, un pittore trecentesco che mostra influenze sia fiorentine che senesi, al quale WULFF dà anche un affresco staccato con la Madonna col Bambino nel Museo dell’Opera di S.Croce a Firenze. Bernard BERENSON (1932 e 1935) assegna dapprima la nostra tavola ad Agnolo Gaddi con aiuti, senza specificare quali parti si devono all’artista, ma in un suo volume del 1963 la troviamo senz’altro sotto il nome di Agnolo, al quale l’aveva già riferita Filippo ROSSI nella sconda edizione della sua guida del bargello (1938). Roberto SALVINI (1935) è il primo a dedicare alla Madonna del latte uno studio più approfondito ed a pubblicare l’immagine: si vede la mano di quell’allievo del Gaddi da lui chiamato “il compagno di Agnolo” e stretto seguace della fase tarda del maestro; la tavoletta Carrand è avvicinata stilisticamente alla Madonna col Bambino ed angeli della Galleria dell’Accademia (Firenze), in quanto “la Vergine ha acquistato un aspetto di matrona appassita, quasi simbolo dello stile tardo di questo decadente” che avrebbe dovuto dipingerla dopo la morte di Agnolo (1396), anzi già nei primi anni del Quattrocento, quando l’artista stava accostandosi al gusto tardo-gotico. SALVINI ribadisce questa attribuzione nel volume della sua tesi di laurea su Agnolo Gaddi, pubblicato l’anno successivo (1936). In seguito la MARCUCCI (1965) vi vede una certa vicinanza ai modelli tardi di Simone Martini, ma non è del tutto certa se la Madonna Carrand sia o no autografa di Agnolo: riprende il paragone con l’anconetta della Galleria dell’Accademia assegnando le due opere interrogativamente al Gaddi, mentre BOSKOVITS (1975) non ha dubbi dell’identificare la nostra tavoletta con un’opera di Agnolo del periodo 1390-1396; l’attribuzione al maestro è mantenuta in occasione della mostra della collezione Carrand al Bargello (1989). È nell’opera tarda di Agnolo che dobbiamo cercare punti di contatto con i frammenti Carrand, forse parte di un altarolo con la Madonna dell’Umiltà sul tipo di un altro del Gaddi alla Galleria dell’Accademia (n.8577, Madonna del latte, però con quattro Santi): in particolar modo negli affreschi della cappella della Cintola del duomo di Prato, eseguiti dal 1392 al 1395 con ritmi ampi e sereni, lo stesso spirito che si avverte nelle figure del Bargello insieme a lontani ricordi della miniatura francese, con la quale Agnolo era venuto in contatto molti anni prima; anche la delicatezza cromatica, la voluta ricercatezza dell’abito della Vergine (rosa con rilievi arabescati in oro), del velo sotto il manto ed i complessi motivi delle aureole stampigliate mostrano come i primi sentori del gotico fiorito fossero ormai assimilati da certa pittura fiorentina; vicini ad Agnolo sono anche i panneggi pesanti, ma morbidi e quella particolare asimmetria della scriminatura dei capelli in certe figure di tre quarti o in profilo (la Madonna Carrande, per es., quella dell’Annunciazione nella cappella della Cintola). Tutto questo fa proporre per la nostra tavoletta un’attribuzione agli ultimi anni di attività di Agnolo Gaddi, morto nel 1396
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130760
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2013
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0