incoronazione di Maria Vergine
dipinto,
post 1350 - ante 1399
Maso Di Banco (maniera)
notizie 1341-1346
Dipinto a tempera su tavola cuspidata a fondo oro con l'icoronazione della Vergine nella parte superiore e sei angeli musicanti in quella inferiore. La cornice fa in parte corpo col dipinto ed è in legno dorato con parte superiore arabescata a rilievo e decorata da quattro medaglioni a fondo rosso bruno con grifoni e altri animali fantastici. L'iscrizione della predella è relativa al donatore dell'opera
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Maso Di Banco (maniera): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Con tutta probabilità si tratta dell’elemento centrale di un polittico, ma i laterali risultano dispersi almeno dal momento della donazione al Bargello da parte di Louis Claude Carrand, proprietario della collezione omonima: infatti l’inventario SOLENNE (1888), redatto subito dopo, parla di “una Tavola di forma Archiacuta con dipinto L’Incoronazione della Vergine e piccole figure di Angeli”, di ignoto toscano del Trecento; così anche l’inventario FERRI (1889), mentre SUPINO, nel suo Catalogo del R.Museo Nazionale di Firenze, Roma 1898, non nomina il dipinto, passato sotto silenzio anche da Filippo ROSSI (Il Museo Nazionale di Firenze, Roma, 1938): non si trovava infatti nella sala del Podestà (o del Duca d’Atene), dov’è raccolta la maggior parte dei dipinti Carrand; la CRUTTWELL (1908) l’aveva tuttavia citato, esposto nella “tower room”, come opera della scuola di Agnolo Gaddi; per le schede dattiloscritte dalla collezione Carrand è della scuola fiorentina trecentesca, forse elemento centrale di un trittico (le schede, anonime, sono basate su appunti di SUPINO e riviste nel primo dopoguerra da F.ROSSI come direttore del Bargello; com.or. del caposervizio del museo, Moscadelli). Si deve a Luisa MARCUCCI (1965) il primo ampio studio sul dipinto, che viene anche pubblicato per la prima volta: dopo averne lodato l’alta qualità e la finezza tecnica, nota l’eccezionalità dell’uso del colore, insolitamente ricco per il Trecento fiorentino, che lo fa apparire quasi un’anticipazione del beato Angelico; stilisticamente avvicina il dipinto alla corrente giottesca dei “dissidenti” ed ad artisti come Stefano e Maso di Banco, il quale potrebbe aver ispirato la simmetria dei colori nella veste degli angeli, che appare per la prima volta nell’Incoronazione di Bernardo Daddi alla Galleria fiorentina dell’Accademia (n.3449); ancora Maso, con la sua Incoronazione al Museo dell’Opera di Santa Croce, fornisce il modello per il dipinto Carrand, soprattutto per le figure della Vergine, mentre il Cristo “sembra un Nardo di Cione più aristocratico”. La MARCUCCI pone anche l’accento sulla separazione degli angeli dal gruppo principale, trovandola un’idea senza precedenti né seguito, e sui medaglioni con draghi, di derivazione miniaturistica; attribuisce l’opera a Giottino per i suoi rapporti con Stefano, di cui è figlio, in particolare per gli scorci, la leggerezza delle masse, il “perdersi dei profili estatici nello spazio” (angeli) e per motivi come le mani e l’orecchio della Vergine, che ricordano l’Incoronazione di Stefano ad Assisi: propone di considerarla la prima opera nota di Giottino, databile poco prima del 1356 (epoca del suo tabernacolo di via del Leone a Firenze, oggi nella sede della Cassa di Risparmio della città) e comunque non oltre il 1360, che è il periodo a cui va grosso modo assegnato l’affresco di S.Gottardo a Milano attribuito da alcuni a Stefano, ma senz’altro di Giottino per la MARCUCCI; l’opera del Bargello rappresenta anche il momento di maggior contatto con Maso, di cui Giottino ha avuto in mente la testa della Prudenza nella cappella di San Silvestro in Santa Croce per la sua Madonna e la Santa Caterina del polittico di Santo Spirito per il secondo angelo da sinistra nell’Incoronazione Carrand; tipica di Giottino, invece, è la disposizione degli angeli secondo uno schema simmetrico, ma nello stesso tempo libero, con pose o gesti ritmici, ma non necessariamente speculari.Quanto alla provenienza del dipinto, l’iscrizione rivela che questo fu commissionato da un Vespucci: potrebbe far pensare che l’Incoronazione sia stata dipinta per la chiesa fiorentina di Ognissanti, dove i Vespucci avevano sepoltura (la più antica delle tre cappelle di cui avevano il patronato fu dedicata nel 1376 da Simone Pietro Vespucci); tuttavia la MARCUCCI ricorda che talvolta membri della famiglia venivano sepolti altrove, e identifica il committente della tavola Carrand con Vespuccio di Dolcebene, iscritto all’Arte dei Vinattierri (e quindi “merchator; come si legge nell’iscrizione”) e priore nel 1350 e nel 1354 (Archivio di Stato di Firenze, L.MAIANI, Priorista fiorentino, vol.IV, 1718, c.757): bisogna ricordare però che la MARCUCCI legge “Vespuccio”, e non “Vespucciis”, che è riferito al cognome del donatore; questo non toglie che possa trattarsi davvero di Vespuccio di Dolcebene, perché nell’iscrizione non è indicato il nome proprio (si trovava forse nel laterale sinistro perduto?). Nella sua recensione al volume della MARCUCCI, lo ZERI (1968) contesta l’attribuzione a Giottino preferendo mantenere il dipinto, che giudica di “notevole rilievo”, “entro l’anonimato fiorentino intorno al 1360-1370”; inoltre elenca una serie di opere in musei soprattutto americani nelle quali compaiono motivi analoghi all’Incoronazione del Bargello, se pure “a livello molto più dimesso”, e che potrebbero essere state eseguite nella bottega dello stesso pittore. [continua nelle Annotazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130758
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2009
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
- ISCRIZIONI nella predella - VESPUCCIIS MERCHATOR PRO ANIMA SUA E DESCEND - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0