calice,
Braccini Andrea Di Pietro (notizie Dal 1378/ 1391)
notizie dal 1378/ 1391
Piede mistilineo con orlo rialzato decorato da cornice a dentelli e a crocette; sul piede sei esalobi con cornice punzonata contenenti placchette a smalto alternate a gioielli in rilievo; sugli spigoli del piede sono disposte sei figure di angeli alternate ad altre figurette smaltate nei pennacchi; raccordo al fusto modanato con cornici e dentelli, crocette e perline; fusto a sezione esagonale con angeli su ciascuna faccia; nodo ovoidale decorato da fioroni ad esalobi contenenti placchette a smalto raffiguranti crocifissione e santi; sottocoppa decorato da motivo a nastro e foglie di acanto e niello; coppa liscia a campana leggermente slabbrata
- OGGETTO calice
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MATERIA E TECNICA
smalto/ lavorazione cloisonné
argento/ sbalzo/ incisione/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Braccini Andrea Di Pietro (notizie Dal 1378/ 1391)
- LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L.autore, Andrea di Pietro Braccini da Pistoia, e la data 1384, sono incisi sulla ghiera di raccordo tra piede e fusto, ma non sempre sono stati letti correttamente. Il calice è infatti citato dal Tigri nel 1854 con l.indicazione della data 1374, e nel catalogo dell.esposizione del 1899 in maniera corretta. Di nuovo Chiti e Gonfiantini lo ricordano nelle loro guide con datazione al 1373. Nel 1966 il Marchini leggeva in maniera giusta la data ma identificava l.autore in Atto Braccini, forse all.epoca non distinguendo tra le due personalità di orafi. Atto Braccini, fratello di Andrea, è infatti più noto per aver lavorato dal 1395 all.altare di San Jacopo, insieme al fiorentino Nofri di Buto. Dell.autore del calice, Andrea Braccini, si hanno notizie tra il 1378, quando lavorava a Pistoia nella bottega di Filippo di Andrea Baglioni, con Romolo di Sernuccio Salvei al reliquiario della croce per la cattedrale, e il 1391 quando il maestro è dichiarato già morto. Il calice proviene al Tesoro della Cattedrale dalla Cappella di Sant.Agata nel Palazzo del Comune, in data imprecisata: fu forse commissionato da un membro della famiglia Tagliaborghi, il cui stemma è stato individuato dalla Calderoni Masetti tra gli smalti che decorano il fusto del calice. La studiosa rileva l.appartenenza dell.oggetto ad una tipologia ormai saldamente affermatasi a partire dagli ultimi anni del XIII secolo con il calice per Niccolò IV eseguito dal senese Guccio di Mannaia, ma nota anche un aggiornamento negli elementi formali e decorativi, dovuto probabilmente alla presenza a Pistoia di orafi fiorentini, tra il quali lo stesso Nofri di Buto. Che vi furono dei reciproci scambi tra Andrea Braccini e Nofri, lo si evince dal confronto del calice in esame con un ostensorio eseguito da Nofri di Buto per la chiesa di Cecina, presso Lucca ???, caratterizzati entrambi da stringenti somiglianze formali e stilistiche: si vedano in particolare i busti di santi e angeli disposti sugli spigoli, l.affinità tra gli esalobi del nodo, tra le cornici punzonate e tra le rifiniture a gioiello rilevato presenti sulla base. La Calderoni Masetti ha notato sul verso del piede un punzone, costituito da una serie di otto cerchietti puntinati, eccetto l.ultimo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900123367-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1979
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
- ISCRIZIONI sul fusto - ANDREAS PETRI BRACCINI DE PISTORIO (...) MCCCLXXXIII - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0