reliquiario monumentale,

Base sagomata con torrette merlate, guglie e pinnacoli decorata sull'orlo di un motivo a traforo; sul piano della base è l'iscrizione dedicatoria; ricettacolo a struttura architettonica con due monofore trilobate, lastre incise con figure di santi e guglie; sopra la struttura poggiano due angeli stanti, ad ali spiegate sorreggenti due vasetti; al centro guglia architettonica con nodo a tempietto con pinnacoli e contrafforti, costituente un secondo ricettacolo; più in alto teca a vaso decorata da finestre e conchiglie; guglie terminale sormontata da croce apicale

  • OGGETTO reliquiario monumentale
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ fusione/ cesellatura/ incisione/ doratura
    VETRO
  • ATTRIBUZIONI Ghiberti Lorenzo (bottega)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gualandi
  • LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reliquiario descritto per la prima volta dal Marchetti nel 1630, e dal Dondori nel 1660, è citato nella guida del Tigri e presentato all.esposizione del 1899 con la sola indicazione della data di esecuzione, cioè il 1407. Il Beani nel 1899 aveva tentato una cauta attribuzione del reliquiario all.orafo pistoiese Niccolò di ser Guglielmo, mal interpretando un documento. Attribuzione che corresse nel più approfondito contributo del 1901: secondo lo storico gli operai di San Jacopo menzionati nell.iscrizione, nel 1407 commissionarono il reliquiario ad una bottega orafa di Firenze, e mancando l.argento decisero di far fondere tre trombe appartenenti al Tesoro di San Jacopo all.orafo pistoiese Niccolò di Guglielmo. A questo gli operai avevano richiesto anche la realizzazione, mai portata a termine, di un padiglione sorretto da angeli da collocare sopra l.altare di San Jacopo per sostenere il nuovo reliquiario. Nel prezioso contenitore doveva trovare posto la reliquia di San Jacopo fatta condurre a Pistoia dal vescovo Atto, e fino ad allora conservata in un cofanetto del XII secolo, cui fu aggiunta nel giugno 1407 una reliquia della madre del santo. Secondo il Melani il reliquiario non uscì tutto dalla fantasia di un unico artista, presentandosi frammentario e composto di pezzi appartenenti a mani ed epoche diverse. Gli angeli, come l.appendice del vaso avrebbero fatto parte di qualche altro pezzo di oreficeria. La discussione sulla contemporaneità delle parti dell.intero oggetto è continuata anche in seguito: il Giglioli asserisce che il vaso a metà della cuspide è più tardo; il Chiti considera gli angeli stilisticamente più avanzati e gli unici pezzi dell.insieme realizzati nel 1407, esclusi i vasi che tengono in mano. Il Marchini attribuisce il reliquiario all.orafo Gualandi, lo stesso che eseguì il reliquiario di Sant.Eulalia per la stessa cattedrale nel 1444, ritenendo delle aggiunte posteriori solo il vaso a metà della cuspide e i due vasetti sorretti dagli angeli. Questa attribuzione non è ritenuta valida da Krautheimer, che invece mettendo in evidenza gli stretti legami degli angeli con alcune figure della porta nord del Battistero e dello stesso Sacrificio d.Isacco del Ghiberti, considera il pregevole pezzo opera di un orafo profondamente legato al primo stile ghibertiano. L.ipotesi di una esecuzione nell.ambito della bottega del Ghiberti è sostenuta anche nella scheda del catalogo del 1978 e da Lucia Gai, la quale con Marchini ritiene un più tardo rimaneggiamento l.inserto della lanterna di più mature forme rinascimentali a metà della guglia centrale, elemento che interrompe lo slancio ascensionale del manufatto
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900123366-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2002
    2006
  • ISCRIZIONI sotto il piede - QUESTO LAVORO FU FATTO AL TEMPO DI FIORAVANTE DI PIERO RINFORZATO MANNELLI GHERARDO DI BARTOLOMEO SER LUCA DI BARTOLOMEO OPERAI DI S(AN) JACOPO AN(NO) MCCCCVII - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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