monumento di Agostino di Giovanni (sec. XIV)

monumento,

Il monumento è sostenuto da quattro mensole, ornate di motivi vegetali, nelle quali poggia direttamente la cassa, decorata da un bassorilievo. Sulla cassa si alza un'edicola, costituita da due colonnine tortili che reggono un tetto a spioventi, internemente polilobati

  • OGGETTO monumento
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Agostino Di Giovanni (/ 1350)
  • LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento a Cino da Pistoia subì, in tempi diversi, vari spistamenti all'interno della Cattedrale Pistoiese: dapprima sembra sia stato in fondo alla navata sinistra, "dirimpetto al Coro", luogo da cui venne rimosso nel 1598 e trasferito nella parte opposta della stessa navata, vicino al campanile. Nel 1836 il monumento fu trasportato nella navata destra, nella prima campata, da dove fu spostato di poco nel corso degli ultimissimi restauri. L'opera, di cui si conosce la data di commissione, il febbraio 1337, ha una semplice vicenda critica: fu attribuito da Vasari (1878, I, p.480 e segg.) a Andrea Pisano; quindi, in base al documento di allogagione, il Tigri (1854, p.126 e segg.) parlò di Cellino di Nese da Siena che il Bacci, ripubblicando nel 1903 il documento già noto presso gli eruditi locali, indicò come semplice accollatario dell'impresa, riferendi l'opera a un non meglio specificato Maestro senese, che lo dovette eseguire in Siena. Finalmente Adolfo Venturi (1906, p. 388), propose l'identificazione dell'autore con Agostino di Giovanni, trovando in seguito concordi il Valentiner (1924) Cohn-Goerke (1938), il Toesca (1951) e il Pope-Hennessy (1955). recentemente il Carli (1966, p. 149 e segg.), analizzando particolarmente il monumento ritiene possibile l'attribuzione ad Agostino di Giovanni di gran parte dell'opera, ma nota, soprattutto in una figura virile, una volta unita agli ascoltatori di Cino, e in una "Annunciata", in origine posta probabilmente in uno dei pulvini delle colonne dell'edicola (Pistoia, Museo Capitolare), l'intervento di una artista molto affine a Giovanni d'Agostino, operante anche nel gruppo di sculture poste nel tabernacolo in alto. Il Carli ritiene quindi possibile la partecipazione di un altro figlio di Agostino, Domenico, documentato a Siena e stilisticamente vicino alla scultura, più sottile e inquieta, del fratello Giovanni. Nel corso dei ricordati spostamenti, il compleso subì alcune mutilazioni e manomissioni, vennero infatti spezzata la mano destra della statua di Cino, poi rifatta in stucco, e la parte terminale della colonna antistante la medesima statua. Più recentemente sono invece state rimosse, dai lati del gruppo centrale, le due statue cui accenna il Carli, attualmente conservate nel Museo Capitolare della Cattedrale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900073595-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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