CONTINENZA DI SCIPIONE

dipinto, 1525 - 1530

Su uno sfondo di paesaggio roccioso aperto al centro su una veduta lacustre, e chiuso a sinistra da un accampamento di tende coniche, l'eroe romano indica la fanciulla ai parenti che in processione, portando regali, ne chiedono il riscatto. Colori: prevalgono i toni nitidi, argentini, ravvivati dall'uso abbondante del cangiantismo; si notano i rosacei, i rossi, gli azzurri freddi, i verdi azzurrini, i sulfurei, i citrini. Cornice intagliata e dorata, con motivi graffiti e fregi fitomorfici; assegnabile al tardo sec. XVII

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 69.7
    Larghezza: 141.5
  • ATTRIBUZIONI Mecarino Domenico Detto Beccafumi (1484-1486/ 1551)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Palazzo Mansi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Mansi
  • INDIRIZZO via Galli Tassi, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto raffigura un episodio leggendario della vita di Scipione l'Africano, tramandatoci da Valerio Massimo (Fac. dict. mem. IX, 7) in cui si racconta come questi avesse restituita intatta al marito una giovane sposa che era caduta prigioniera. Considerato generalmente come un fronte di cassone (e sia il soggetto che le dimensioni corroborano tale ipotesi), il dipinto ha goduto di notevole fortuna nella critica. Se l'attribuzione al Beccafumi è indiscussa, e se gli studiosi concordano, ad eccezione di A. Venturi (1932), che avanza qualche riserva, sulla straordinaria qualità del quadro, soprattutto per quanto riguarda l'alta levatura della resa cromatica e luministica, assai discussa è invece la cronologia. Da una parte si pensa ad una datazione precoce o addirittura precocissimma intorno al 1515 (Judey, 1932), verso la quale propende anche il Vigni ( 1936), che vi ravvisa un momento felicissimo della produzione giovanile del Beccafumi; dall'altra si giunge ad una datazione assai tarda (1542), proposta da Trotta-Teyden (1913). Ma la maggioranza però dei critici si orienta, riprendendo una vecchia, ma ancora valida proposta del Dami (1919), verso una data mediana, intorno al 1525-30, l'epoca cioé degli affreschi del Palazzo Bindi Sergardi di Siena (Becherucci, 1944; Francini Ciaranfi, 1966; Sammitelli, 1967), nei quali ritroviamo un soggetto identico. Ma anche rispetto ad essi il dipinto a Lucca si qualifica per il particolare virtuosismo cromatico, per l'ampio respiro spaziale della composizione, per una materia pittorica più unita e ferma, e più accentuati contrasti di luce ed ombra
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900067718
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. ist. d'arte n. 162
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Sul retro della tavola - GUARDAROBA/ DALLA DEPOSITO (cr:) DE' PITTI/ N. 4842 - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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