Venere e Cupido piangono Adone morente

dipinto, post 1536 - ca 1555

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 120.5 cm
    Larghezza: 159 cm
  • ATTRIBUZIONI Bonaccorsi Pietro Detto Perin Del Vaga (cerchia)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Michele a S. Salvi (ex)
  • INDIRIZZO via di S. Salvi, 16, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Inventariato come opera veneziana del secolo XVI e riferito più giustamente da Stefano Turrini all'ambito stilistico fra gli Zuccari e Battista Franco, il dipinto ha nello schema e nell'iconografia un lontano riferimento nella "Venere e Adone" del Pontormo (Firenze, Accademia, 1890:1570) che traduce in pittura un cartone di Michelangelo rimasto nelle mani di Bartolomeo Bettini, amico dell'artista, che se lo portò quasi certamente a Roma nel 1536. Tale data diventa un termine post-quem per quest'opera che manifesta un interessante intreccio di culture diverse che hanno nella decorazione perinesca di Castel Sant'Angelo un momento di affascinante crogiolo. La matrice pontormesco-michelangiolesca giustifica credo anche la somiglianza di quest'opera con alcune donne del Bronzino (cfr. bibliografia) e con opere di Alessandro Allori del decennio 1560/70, come la decorazione della Cappella Montauto e l'affresco con la SS. Trinità nella cappella di S. Luca della SS. Annunziata di Firenze. Tuttavia proprio la Venere rimanda alle figure femminili raffaellesche (si veda ad esempio la donna inginocchiata - contrapposto nel primo piano dalla "Trasfigurazione" della Pinacoteca Vaticana) riprese soprattutto da Perin del Vaga. E` infatti all'atelier di questo artista che va riferito l'anonimo esecutore di quest'opera nota nel denso e stimolante clima romano degli anni Quaranta, con particolare riferimento alla decorazione di Castel Sant'Angelo. La genesi dell'opera in tale clima spiega la compresenza in essa di diverse influenze ricomposte in uno stile e in un modo che accomuna molti pittori operosi nelle molte decorazioni romane del tempo rendendo spesso assai ardua la distinzione dei loro idiomi specifici. In particolare mi pare che la "Venere Cupido e Amore Morente" possa essere accostato alla cerchia perinesca attiva nella decorazione di Castel Sant'Angelo realizzata - per volere di Paolo III - sotto la guida di Perin del Vaga dal 1543 al 1548 nella quale intervennero fra gli altri Tibaldi, Marco Pino e soprattutto Girolamo Sicciolante da Semorneta i cui affreschi in Palazzo Orsini Barberini a Roma, databili al 1540-50 appaiono stilisticamente assai vicini a quest'opera
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900039823
  • NUMERO D'INVENTARIO inv. 1890, 7620
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Cenacolo di Andrea del Sarto - Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1995
  • ISCRIZIONI entro cartellino sul retro della tela - INVENTARIO 1881 / R(EALE) GALLERIA DEGLI UFFIZI / 4A CATEGORIA / 453 - lettere capitali/ numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Bonaccorsi Pietro Detto Perin Del Vaga (cerchia)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'