storie della vita di Maria Vergine e di santi

dipinto,

La cappella Bracciolini, le cui superfici murarie sono interamente affrescate, presenta sulle pareti laterali quattro grandi affreschi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pistoiese
  • LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella Bracciolini, le cui superfici murarie sono interamente affrescate, presenta sulle pareti laterali quattro grandi affreschi. Mentre i due affreschi nei lunettoni sono andati totalmente perduti, i quattro affreschi dei registri sottostanti furono liberati, nel 1884, dall'intonacatura seicentesca che li ricopriva. In un primo momento, a quanto si ricava dal Beani, l'attribuzione degli affreschi ha oscillato da Giovanni di Bartolomeo Cristiani a Pietro Lorenzetti; nell'edizione del 1903 del Cavalcaselle Crowe, gli affreschi sono segnalati come probabile lavoro del Cristiani o di Antonio Vite. Il Giglioli, che distingue nella cappella quattro mani, assegna lo Sposalizio e la Morte della Madonna ad un anonimo pittore di scuola giottesca; mentre il Venturi ha attribuito la Gloria di Sant'Agostino a Martino di Bartolomeo, il Van Marle per parte sua è tornato a riproporre Giovanni Cristiani, infine la Brunetti, che ha dedicato agli affreschi della cappella Bracciolini un articolo, vi ha distinto due personalità artistiche: alla fine e originale apparterrebbero la Sposalizio della Madonna, la sottostante Gloria di Sant'Agostino, i Santi Onofrio e Averardo, il San Marco e forse il San Matteo nella volta, la testa incappucciata nello sguancio destro della finestra. Questo anonimo artista dal temperamento di gotico narratore e decoratore, si distingue per l'intonazione calda dei colori e la fusione morbida e compatta, da cui consegue un astratto ma netto plasticismo. Il contrasto tra intensi plastici e lineari appare meno risolto nello scomparto con lo Sposalizio della Vergine; mentre nella scena con Sant'Agostino la morbida massa coloristica sembra deformarsi in una gioiosa fantasia decorativa. Sempre a detta della Brunetti, la presenza di tratti alla Masolino non impedisce che il tono generale come i particolari dell'affresco siano senesi: è logico pensare ad un contemporaneo del Sassetta, già affine a Giovanni di Paolo. A conferma della tarda cronologia delle pitture, la Brunetti presenta un trittico nel Duomo di Pistoia, probabilmente dello stesso autore, datato 1424: essendovi nella tavola più arcaismo e minore sicurezze compositiva gli affreschi sarebbero da ritenere di qualche tempo posteriore ad essa, e quindi attorno al 1430 circa. Sia l'epoca che l'eclettico ambiente pistoiese, conclude la Brunetti, spiegherebbero il pronunziato senesismo degli affreschi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900019704A-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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