Le Porteur de Mouton. Figura maschile inginocchiata

statuetta, ca 1765 - ca 1765

Figura maschile in atto di affrire l'agnello nel cestino che sorregge con entrambe le mani

  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA BISCUIT
  • MISURE Altezza: 21,5 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Sèvres
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Porcellane
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.za Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La figura, che ha come pendant “La Bergère assise” (inv. A.c.e. 1911, n. 1413), viene comunemente chiamata “Le Portur de Mouton”. Tuttavia è probabile che il nome originario fosse un altro, considerando che esistono versioni di questo soggetto caratterizzate dalla variante della figura maschile in gesto di offerta, come nel caso del nostro esemplare. Questo nei registri di vendita della fabbrica il nostro esemplare è indicato come “Enfans de Boucher”, poiché i soggetti rappresentati erano tratti da disegni di François Boucher la cui fortuna nelle versioni in porcellana è riconducibile al 1748. Di ciò si ha testimonianza in una nota di vendita della fabbrica datata I giugno 1763, dove viene indicato l’acquisto per Woburn Abbey di un sevizio con statuette in biscuits denominate “Enfants de Boucher”, comprendenti anche la nostra coppia, peraltro variata nell’offerta di un cesto di fiori da parte della figura maschile, che ci riconduce alla sua prima denominazione apparsa nell’inventario di Sèvres del 1755: “Jardinier Agenouillé”. Studi recenti hanno riepilogato le diverse diciture adottate nei documenti per descrivere le statuette in biscuit. “Le Portur de Mouton” risulta così indicato nel catalogo del 1913, mentre nell’inventario del 1787 viene citato come “Le Mouton Chéri” e ancora in due inventari, di cui il primo databile intorno al 1760 è definito “Enfant du service du roi”, mentre nell’altro del I gennaio 1755 è denominato “Jardinier Agenouillé”. Nei registri di vendita o in altri documenti è invece adottata la nota dicitura “Enfant Boucher”. Nonostante sia attestata al 1756 l’interruzione della collaborazione del pittore con la manifattura, essa proseguì la produzione di queste statuette fino al 1759 sotto la direzione del reparto di modellazione assunta nel 1757 da Étienne-Maurice Falconet. Si deve a quest’ultimo l’incremento di questo genere di rappresentazioni, sempre ispirate dalle composizioni del pittore, ma variate in alcuni aspetti legati alla narrazione della quotidianità, in particolare dei mestieri d’adulti resi in maniera giocosa, che li valsero la denominazione di “Enfants Falconet” (F. Joulie, “François Boucher, fragments d’une vision du monde”, Paris 2014, p. 46; J.G. Castex, “L’utilisation de l’estampe et de la peinture. Par les artistes et les ateliers”, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, p. 61; G. Scherf, “Le biscuit est une sculpture. Sculpteurs à Sèvres”, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, p. 68; A. Billon, V. Milande, “Le goût pour l’enfance”, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, pp. 81, 100). Inoltre, per la sua carica di “artiste en chef”, che mantenne dal 1757 al 1766, divenne supervisore della produzione di scultura nella manifattura e ciò giustifica la presenza della “F” impressa in pasta alludente al suo cognome, visibile anche su composizioni non di sua invenzione, come nel caso della nostra statuetta (vedi N.J. Birjukova, “Figurines et groupes en porcelaine des manufactures françaises du XVIIIe siècle”, San Pietroburgo 1962, p. 242; T. Prèaud, “L’atelier de sculpture: historie, organization et production”, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, p. 22; G. Scherf, “Le biscuit est une sculpture. Sculpteurs à Sèvres”, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, p. 68). Il 14 maggio 1765 la fabbrica vendette a un certo M. Bonnet un servizio da dessert descritto come “on fond verd”. Egli è da identificare con Claude Bonnet, l'agente dei duchi di Parma a Parigi, e il servizio è da ritenere quello che attualmente, seppur non più completo, si trova conservato al Palazzo del Quirinale a Roma (vedi C. Briganti, “Curioso itinerario delle collezioni ducali parmensi”, Parma 1969, p. 78). Al servizio comprato dal Bonnet appartenevano molteplici figure in biscuit tra cui: “32 enfans Falconnet” e “8 enfans de Boucher”. È quindi probabile che la nostra statuetta e il suo pendant fossero parte di questa apparecchiatura. Inoltre, l'inventario “Mobili Palazzo Pitti” del 1860, alla voce n. 38100 riferita al nostra esemplare cita: “dall'inventario Molinari, il 31 marzo 1870”, mentre l'inventario “Molinari” del 1866 al n. 1755, sempre riferito al “Le Portur de Mouton” precisa: “dal Reale palazzo di Piacenza”, confermando la provenienza di questa statuetta e della “La Bergère assise” dalle collezioni dei duchi Borbone-Parma
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900006070
  • NUMERO D'INVENTARIO AcE 1412
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • ISCRIZIONI sulla base in corrispondenza del masso roccioso sul lato destro della figura - F - lettere capitali - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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