stampa fotomeccanica, Planimetria della zona dantesca di Ravenna di Anonimo italiano (XX)
stampa fotomeccanica,
XX
Anonimo Italiano (xix-xx)
XIX-XX
Eliografia dell'inv. 1851. Planimetria della zona dantesca di Ravenna. Scala 1:200
- OGGETTO stampa fotomeccanica
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MATERIA E TECNICA
carta eliografica
eliografia
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MISURE
Misura del bene culturale 08iccd_modi_8491321996361: 535x735 mm
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CLASSIFICAZIONE
OGGETTI/ OGGETTI ARTISTICI
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ATTRIBUZIONI
Anonimo Italiano (xix-xx): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Ravenna (RA)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il nucleo urbano di Ravenna identificato come zona dantesca o zona del silenzio ha acquisito l'aspetto attuale negli anni compresi tra il 1921 e il 1936 a seguito di una trasformazione volta a modificare una zona dalle caratteristiche settecentesche in uno spazio con connotazioni neomedievali. Tali modifiche rientravano infatti nell’ambito delle celebrazioni dantesche, per il sesto centenario della morte del Sommo Poeta. Principalmente gli interventi che caratterizzarono la zona dantesca furono tre: il restauro della basilica di San Francesco promosso da un comitato cattolico e terminato nel 1921; la costruzione del palazzo della provincia inaugurato nel 1928; la sistemazione della zona dantesca fortemente voluta da un comitato cittadino sostenuto dall’allora Sovrintendente Ambrogio Annoni. Il sacello dantesco era infatti considerato indegno del poeta e necessitava, a detta di Annoni, di un intervento di ornamento. Altra figura cardine di questi interventi fu Corrado Ricci, intellettuale letterato e storico dell'arte ravennate, primo sovrintendente ai monumenti in Italia attento al recupero e alla salvaguardia dei beni artistici. L’acceso dibattito tra chi voleva solamente sistemare la Tomba di Dante realizzata da Camillo Morigia nel 1780-81 e chi ne richiedeva il totale rifacimento, culminò a favore della prima ipotesi. I lavori vennero affidati a Ludovico Pogliaghi, che si occupò della sostituzione della settecentesca porta di legno con una nuova porta in bronzo, delle lunette delle finestre e del rifacimento dei rivestimenti delle pareti. La cancellata a maglie, con patere di ferro sfiorate e sbalzate con stemmi e motti, fu realizzata da Umberto Bellotto, maestro veneziano nell'arte del ferro battuto. Sempre durante gli interventi del ’21 venne creato il Museo Dantesco all'interno del chiostro adiacente la tomba, per raccogliere i cimeli e i ricordi che non si potevano lasciare “ammucchiati” nel sacello di Dante. Annoni progettò anche interventi sul cosiddetto recinto dantesco, nell’area comprendente il Quadrarco di Braccioforte, il sepolcro dantesco e la zona attigua con sarcofagi. Dopo lunghe controversie e anni di sospensione dei lavori, le modifiche alla zona dantesca ripresero ufficialmente nel 1933. Il risultato di quest’ultima sistemazione, terminata nel settembre del 1936, portò all'abbattimento di alcuni edifici preesistenti in zona, quali l’isolato del Bugno e casa Rizzetti, allo spostamento della statua di Garibaldi dalla piazza, allo spostamento della cancellata in ferro battuto di Bellotto e a lavori di abbassamento e pavimentazione nella piazza prospiciente la chiesa di San Francesco. Le opere di sistemazione della zona dantesca si conclusero con solenni cerimonie nel 1936
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 08-ICCD_MODI_8491321996361
- NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 1852
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0