disegno architettonico, serie di Spartà, Santo (attribuito) (prima metà XX)

disegno architettonico,

Disegno a tempera su carta eliografica. Disegno al vero del mosaico nella lunetta del Buon Pastore con particolare delle pecore di sinistra del Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna

  • OGGETTO disegno architettonico
  • MATERIA E TECNICA carta eliografica/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Spartà, Santo (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno rappresenta a grandezza naturale una porzione della lunetta a mosaico del Buon Pastore, all’ingresso del Mausoleo. Fu eseguito attorno alla metà del XX secolo da Santo Spartà, mosaicista formatosi all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. In questo contesto nel 1948 si era costituito il Gruppo Mosaicisti, di cui Spartà fu membro sin dalla fondazione. La lunetta del Buon Pastore era stata interessata da operazioni di restauro già nella seconda metà del XIX secolo, quando Felice Kibel, tra il 1869 e il 1872, era intervenuto, tra le altre cose, modificando il dettaglio della pecora in basso a sinistra. Nel 1873 il Ministero della Pubblica Istruzione comunicò agli eredi di Kibel l’avvenuto pagamento della somma di 3.994 lire, come corrispettivo dei lavori da lui eseguiti (AVSRa, RA 62/469). All’inizio del XX secolo, tuttavia, per emendare quello e altri interventi, nuovi restauri furono affidati ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga. Tra i documenti conservati presso l’Archivio della Soprintendenza di Ravenna infatti vi è la minuta di una relazione degli interventi di restauro alla Lunetta del Buon Pastore: Felice Kibel, “invece di eliminare tutti gli intonaci e portare in luce la pietra viva, ha tolto solo il primo spessore spalmando lo stucco sul secondo spessore […] quindi col tempo si è distaccato creando pericolosa la superficie”. Seguì dunque il restauro ad opera di Zampiga, attorno al 1930, il quale “in corrispondenza della pecorella restaurata prima dal Kibel […], una volta stesa la superficie di malta a circa 60 cm dalla cornice di base in linea orizzontale, ha forato tanti buchi poi riempiti di cemento in modo da creare tanti chiodi artificiali” (AVSRa, C7-2461)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690399
  • NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 777
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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