Natura morta con pane. natura morta
dipinto,
Dipinto a olio su tela in cornice intarsiata
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Malandri Miria (1946)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo del Monte di Pietà
- INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, 45, Forlì (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera di Miria Malandri (Forlimpopoli, 1946) fu acquistata nel 1999 dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì presso il padre della pittrice, Aldo Malandri, insieme ad altre due tele di medesimo soggetto, “Natura morta con ricamo” (1997, scheda ICCD n. 0800690258) e “Natura morta con vassoio”(s.d.). Formatasi negli studi classici a Forlì e in disegno anatomico presso l’Università di Bologna, Malandri esordì come pittrice agli inizi degli anni Settanta, esponendo presso la Galleria Mantellini di Forlì. Fin dalle prime opere si connotò quale pittrice figurativa e iperrealista, facendosi testimone fedele del mondo circostante, colto in ogni suo aspetto ed ogni dettaglio e schierandosi dunque con quegli artisti dell'ultima generazione del Novecento che, in contrasto con le tendenze neoavanguardiste, si impegnarono nel recupero del valore della pittura. Tante le tematiche affrontate dall'artista nel corso degli anni, spesso organizzate in cicli pittorici, ma la natura morta, insieme ai dipinti legati all'immaginario del cinema a cui si dedica a partire dagli anni Novanta, ha accompagnato l'intero svolgersi della sua attività artistica. Sono molteplici le raffinate composizioni in cui la pittrice raffigura gli oggetti domestici più disparati, dalle stoviglie più nobili ai più rustici strumenti della cucina popolare, accompagnati da semplici “mangiari”, come il pane dell'opera in esame, e impreziositi dalla straordinaria tecnica pittorica dell'artista, capace di restituire i riflessi lucenti dei metalli e della ceramica smaltata, le trasparenze dei vetri e le sottigliezze delle venature del legno. Come nei quadri dedicati all'universo del cinema, in cui Malandri cattura sulla tela istanti di film apparentemente insignificanti, che però nel passaggio dal movimento cinematografico alla fissità della tela si caricano di senso, portando con sé la memoria di tutto ciò che li ha preceduti e l'annuncio di tutto quello che verrà, così le sue nature morte non sono mai solo una riproduzione fedele e oggettiva del mondo sensibile, ma nascondono significati più profondi: le cose per Malandri parlano e serbano la memoria della loro storia passata, diventando feticci di un mondo e di una civiltà che inesorabilmente si sta perdendo. Gli oggetti raffigurati nei suoi quadri appaiono così sospesi in una sorta di limbo metafisico tra illusionismo iperrealista e lirismo esistenziale, collocandosi in una dimensione senza tempo che è quella del ricordo, tematica centrale nella sua attività artistica fin dagli esordi: le sue prime opere furono infatti la trasformazione in forma pittorica di vecchie foto di famiglia, in cui Malandri prendeva pezzi di realtà, trasferendoli sulla tela e ingrandendoli o sgranandoli in modo da cercare di rappresentare, in forma visiva, i meccanismi della memoria. Così, a colpi di pennello l'artista restituisce a semplici oggetti trovati nei mercatini delle pulci o presso qualche antiquario, una nuova vita, svincolandoli dal loro significato funzionale ed eternandoli attraverso la pittura
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690259
- NUMERO D'INVENTARIO 01999002
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI recto, angolo in basso a sinistra - MALANDRI - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0