Deposizione. Deposizione di Cristo

dipinto,

Dipinto a olio su tela, conservato in cornice di legno intagliata a ornati vegetali e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Fenzoni Ferraù (1562/ 1645)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo del Monte di Pietà
  • INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, 45, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, già in collezione Colarissi di Parma, fu acquistata nel 1992 presso Erminia Bocchi, dopo essere stata segnalata alla Cassa dei Risparmi di Forlì dall'antiquario bolognese Minaj Faldella. L'attribuzione all'artista faentino Ferraù Fenzoni (Faenza, 1562- 1645), che già accompagnava il dipinto, fu confermata dal soprintendente Andrea Emiliani che supervisionò l'acquisizione della tela e che la definì "scopertamente opera di Fenzoni" (parere scritto in data 27/5/1992, Archivio Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì). Singolare pittore, indicato da Emiliani come "espressionista del Seicento" (ib.), il faentino rientrò definitivamente in patria nel 1599, dopo aver assimilato a Roma la cultura tardo manierista riformata dal Barocci e aver preso parte a importanti cantieri monumentali sia nella Città Capitolina, come la decorazione ad affresco della navata centrale della chiesa di Santa Maria Maggiore, della Biblioteca Sistina e dell'appartamento di Pio V, sia in Umbria, dove realizzò un grandioso "Giudizio Universale" per la controfacciata della cattedrale di Todi. Pur risentendo dell'influsso della scuola bolognese dei Carracci, anche nella sua attività romagnola Fenzoni mantenne una componente nordica e antinaturalistica, che gli veniva dal giovanile studio del manierismo internazionale dello Spranger e che conferiva alle sue opere quella carica di tensione drammatica, evidente anche nella "Deposizione" in esame. La scelta dell'insolito formato orizzontale, che esclude dalla vista quasi del tutto sia la croce che il sepolcro, spinse infatti il pittore a un'impaginazione complessa e originale dell'episodio evangelico, in cui i personaggi, stipati nello stretto spazio a disposizione, sono colti con uno scorcio estremamente ardito e atteggiati in pose da contorsionisti. Ne risulta un forte dinamismo compositivo e un accentuato espressionismo, il tutto esaltato da una partitura cromatica particolarmente vivida e lucente. Giordano Viroli, che ne ha curato la scheda nel catalogo della Collezione forlivese, ipotizza per l'opera una collocazione cronologica di poco precedente o coeva alle decorazioni realizzate da Fenzoni nella cattedrale di Faenza, iniziate nel 1612 (La tradizione rinnovata 2006, p. 266)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690253
  • NUMERO D'INVENTARIO 02001024
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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