Madonna col Bambino. Madonna con Bambino

dipinto,

Dipinto a olio su tela in cornice di legno intagliata e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Cignani Felice (1658/ 1724)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Cignani, Carlo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo del Monte di Pietà
  • INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, 45, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, in precedenza ignota alla critica, è stata acquistata dalla Cassa dei Risparmi di Forlì nel 1991, con un'attribuzione a Carlo Cignani. Di proprietà dell' ing. Gian Paolo Pilati di Cornuda (Treviso), la tela, che all'epoca si trovava in deposito presso la Pinacoteca di Bologna, fu fatta conoscere all'ente bancario forlivese dal soprintendente Andrea Emiliani, attraverso la mediazione dell'antiquario bolognese Minaj Faldella. In una comunicazione scritta, datata 17/12/1990 e conservata presso l'archivio della Fondazione bancaria, Emiliani infatti suggeriva l'acquisizione dell'opera affermando che fosse "dipinto di verisimile mano bolognese; come del resto anche la provenienza testimonia. Un esame attento dell'opera mi convince che esso appartenga all'opera di Carlo Cignani stesso, e più esattamente al quel giro di esperienze che vede la collaborazione tra lui e il Franceschini- e cioè intorno al 1680- divenire molto intrinseca, fino a mescolarsi alquanto". Dubbi circa la paternità del dipinto furono però sollevati da Vittorio Sgarbi già nello stesso anno, quando il critico ebbe modo di vedere la tela, acquisita dalla Cassa soltanto pochi mesi prima, esposta alla IV Mostra dell'Antiquariato Città di Forlì (cfr. La Gazzetta di Forlì del 21 novembre 1991). Il dipinto è infatti ormai stabilmente attribuito a Felice Cignani (Bologna, 1658- Forlì, 1724), che alla morte del padre Carlo, nel 1719, ne ereditò la fiorente bottega forlivese, ottenendo importanti commissioni pubbliche e realizzando numerosi dipinti di devozione privata, come quello in esame. Se le movenze garbate dei protagonisti, il raffinato cromatismo e il delicato patetismo dell'immagine richiamano ancora l'opera di Carlo Cignani, che rimarrà un punto di riferimento imprescindibile nella produzione artistica del figlio, la tela di Forlì rielabora un' iconografia che risale alla "Madonna con Bambino" conservata presso la Galleria Nazionale di Urbino e dipinta da Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato (scheda ICCD n. 1100264160) , che, insieme a Carlo Maratta, influenzerà profondamente l'attività estrema di Felice Cignani, negli anni attorno al secondo decennio del '700. La Vergine, ritratta secondo la consueta iconografia della "Mater amabilis", è colta a mezzo busto e di tre quarti, in un momento di assoluta intimità familiare, mentre abbraccia teneramente e con gesto protettivo il Bambino, seduto con grazia sul suo grembo. Le forme morbide e tornite, che emergono dal fondo scuro grazie a una forte illuminazione artificiale che proviene dall'esterno e sottolinea i delicatissimi incarnati, rendono le figure assolutamente tangibili per l'osservatore, favorendo l'immedesimazione. Il Bambino non dorme assopito fra le braccia della Vergine come nel prototipo del Sassoferrato, ma, ispirandosi questa volta a un' opera del padre conservata a Chantilly (Buscaroli 1991, p. 183, scheda n. 61), del tutto sveglio, stringe a sè la piccola croce di legno, che vena di leggera malinconia la scena alludendo alla futura Passione. La presenza di un piano rigido, ricoperto da un tessuto grigio, su cui la Vergine scarica in parte il peso del Bambino, è stata interpretata poi come un riferimento alla pietra angolare della Chiesa: allusione al Cristo, disceso dal cielo per portare a compimento la predicazione dei profeti, essa fu simbolo ampiamente utilizzato a Bologna in età di Controriforma e ancora largamente diffuso agli inizi del Settecento, specialmente nella pittura di devozione privata. L'elegante immagine devozionale, dalla tavolozza morbida e sfumata e dalle delicate lumeggiature, rivela un'assoluta padronanza del disegno e una maturità stilistica molto vicina all'altissima qualità raggiunta dal padre, che la fa collocare nella tarda attività dell'artista bolognese, a cavallo tra il primo e il secondo decennio del Settecento. Una replica della tela, di fattura più scarsa, riferita genericamente a un pittore bolognese dell'inizio del XVIII secolo, è stata individuata da Giordano Viroli all'interno della collezione dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi di Bologna
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690229
  • NUMERO D'INVENTARIO 02001020
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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