angoliera,
Mobile cantonale dalla semplice struttura squadrata. Al centro dei due sportelli si vedono la croce "patente" intagliata entro campo romboidale. Le cornici laterali presentano le sequenze verticali di triangoli con il vertice verso il basso, ugualmente intagliati
- OGGETTO angoliera
-
MATERIA E TECNICA
legno/ a intaglio, laccatura
- AMBITO CULTURALE Ambito Faentino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di San Bartolomeo
- INDIRIZZO Corso Mateotti, 15, Faenza (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ripristino dell’originario stile romanico di San Bartolomeo ben si armonizza con i volumi solidi e sintetici degli arredi lignei, appositamente progettati per la consacrazione della piccola chiesa a Tempio Votivo della Vittoria e famedio dei Caduti della Prima guerra mondiale nel 1920 e 1925. Si tratta di un gruppo omogeneo per schema strutturale, che trova altresì un filo conduttore nella decorazione geometrica: la sequenza di triangoli con vertice rivolto in basso, ripetuta in tutti i mobili. Tale ornato coniuga la sensibilità razionalista con un gusto déco, così in voga a Faenza negli anni Venti e Trenta, e allo stesso tempo rispetta la dimensione religiosa e simbolica del luogo. Difatti, il triangolo posto all’ingiù rappresenta la Natura Umana di Cristo. È possibile, dunque, ipotizzare che alla realizzazione della mobilia e di altri oggetti ecclesiastici sia sottesa una concezione estetica non semplicemente di matrice artigianale. Lo storico Camillo Rivalta (1931) segnala qui l’intervento dell’Ebanisteria Sociale di Gaspare Casadio e Luigi Soglia, una delle realtà faentine più interessanti e creative di quel periodo. L’arte del legno a Faenza ha un lungo e prestigioso corso, che avviatosi nel medioevo si consolida nel Settecento e raggiunge l’apice in quello successivo. Basti citare le botteghe Sangiorgi, Mingozzi, Galleati, Castellani e soprattutto Gatti e Casalini: famiglie che hanno portato l’intaglio e l’intarsio a un livello virtuoso, riconosciuto internazionalmente. La Sociale, “di nuovissima costituzione”, trova il suo spazio nell’immediato dopoguerra e rispetto alle altre ebanisterie locali “fu sempre presente alle varie manifestazioni della “Settimana Faentina” compresa quella del 1932 in cui fu allestito il Salone del Mobilio a palazzo Laderchi e partecipò pure ad alcune edizioni della Mostra dell’Artigianato al “parterre” di S. Gallo a Firenze” (E. Golfieri, L’ebanisteria Casalini e l’arte del legno a Faenza, Monte di Credito Faenza, 1987, pp. 149-150). La sua attività si allinea inoltre con l’ENAPI - Ente Nazionale per l’Artigianato e le Piccole Industrie, fondato nel 1925 per rilanciare i tradizionali opifici, attraverso la partecipazione di artisti e architetti nella elaborazione di linguaggi più innovativi. Anche per la Sociale intervengono vari disegnatori-progettisti, fra cui Luigi Emiliani e Alfredo Morini. Ritornando all’inclinazione déco, Morini per la Casalini progetta l’allestimento della Tipografia dei F.lli Lega in corso Mazzini, caratterizzato da forme squadrate e geometriche di chiaro rimando a quel stile; risulta inoltre tra i disegnatori dell’Officina Matteucci che qui in San Bartolomeo esegue gli oggetti in bronzo e ferro battuto che ugualmente presentano tali richiami. Non è dunque da escludere del tutto un coinvolgimento di Morini nell’ideazione delle credenze, banchi, sedie e bussola di ingresso, nonché dei candelieri e della ferramenta delle porte in questa sede
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800687708
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0