Chiesa di San Bartolomeo

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  • DESCRIZIONE Secondo un'antica iscrizione, non più esistente ma dal XVIII secolo tramandata da diversi cronisti faentini, la piccola chiesa risale al 1209. Le vicende conservative sono complesse, segnate principalmente dai generali interventi di restauro e decorazione datati al 1569, dalla soppressione della parrocchia nel 1810 e conseguente vendita dell’immobile alla nobile famiglia dei Gessi. Nove anni dopo subentra l’acquisizione da parte della Confraternita di Sant’Antonio che regge il culto fino al 1912, quando il tempietto passa alla chiesa parrocchiale dei SS. Michele e Agostino. Tra Otto e Novecento, San Bartolomeo subisce dunque ingenti restauri, culminanti nel pressoché totale ripristino dell’originario stile romanico. L'edificio presenta una sola navata con abside semicircolare tagliata da tre monofore. I prospetti in mattoni a vista sono scanditi da lesene e la facciata a capanna reca il portale ad arco doppio, sormontato da una bifora; tutti gli archi sono decorati lungo il bordo da tessere di marmo disposte a losanga. Il campanile è a pianta quadrata e con quattro finestre centinate sulla sommità. L’interno ugualmente in laterizio è stato completamente restaurato. Sull’arco trionfale e in corrispondenza del pulpito a destra dell’altare sono stati recuperati lacerti di affreschi trecenteschi. Il carattere medievale dell’edificio è richiamato dalle capriate a vista della copertura e dalla tessitura di mattoni in coltello, arricchita da motivi quadrangolari di piccole tessere marmoree. Inoltre, lungo i timpani della facciata e su una lesena del campanile si notano bacini ceramici di colore verde, frutto di una riproposizione dei frammenti originali che si conservano presso il Museo Internazionale delle Ceramiche. L’anno 1910 la chiesa è dichiarata monumento nazionale e si procede, come si è accennato, ad un significativo recupero delle forme austere originali. Contestualmente viene ultimata la cripta-ossario e realizzati l’altare, la gradinata, le transenne e la pavimentazione in armonia con lo stile romanico. Degni di nota sono gli arredi e la bussola dell’entrata principale con decorazioni geometriche, opere della “Ebanisteria Sociale”, e le suppellettili liturgiche in ferro battuto della Ditta Matteucci di Faenza. Nel 1920 la chiesa di San Bartolomeo è riconsacrata a tempio votivo della Vittoria, diventando così nel 1925 famedio dei Caduti della Prima guerra mondiale

dal catalogo

DOVE SI TROVA

indirizzo Corso Mateotti, 15 (RA), Emilia Romagna