Gloria di San Lorenzo Martire con i Santi Giovannino, Donnino e Pietro

dipinto, ca 1641 - ca 1660

Dipinto ad olio su due tele (presente un rappezzo per gli ultimi 30cm in alto) montate con il supporto di una fodera ad un telaio moderno fornito di biette per l'espansione, con ampia traversa verticale e 4 semi-traverse orizzontali. Il telaio è alloggiato (con l'ausilio di grappette metalliche) all'interno di una cornice a cassetta moderna con battuta in semplice modanatura. La composizione è dominata dalla figura di San Lorenzo in gloria, in abiti diaconali, che fluttua su nuvole attorniato da putti a circonfuso di luce. A sinistra un Santo non identificato gli regge la graticola. Ai piedi di quest'ultimo il San Giovannino è accucciato con l'agnello, mentre in alto un altro angioletto porta le due chiavi verso la figura posta al vertice opposto: un San Pietro inginocchiato sulla barca e recanti reti e bastone. Completa il computo alle sue spalle San Donnino martire, con la testa sottobraccio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Giarola Antonio (1597 Ca./ 1674): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo della Residenza della Cassa dei Risparmi di Forlì
  • INDIRIZZO Corso della Repubblica, 12, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il veronese Antonio Giarola (per un riassunto dell’inquadramento critico vedi Benati 1987 e Mazza 1996) ebbe un avvicinamento alla pittura emiliana in età moderatamente avanzata, dopo un avvio romano sulla scorta di ricerche naturalistiche caravaggesche (in modi non dissimili dal Saraceni). Fu presumibilmente la frequentazione del territorio estense tra Modena e Sassuolo nel corso degli anni ’40 che lo avvicinò alla pittura di Francesco Albani e di Guido Reni. La splendida pala forlivese, giunta per tramite di una vendita giudiziaria (con attribuzione al cesenate Cristoforo Serra), non esplicita la destinazione committenziale, salvo quanto possa essere suggerito dalla presenza di San Donnino, ma certifica con assoluta certezza che la fase di elaborazione debba appartenere alla fase di completa sintonia con il modello di Guido Reni, come attesta tanto il Lorenzo in gloria quanto il San Giovannino, mutuato dalla pala di Guido per San Martino a Siena, un “ritaglio” che Giarola peraltro avrebbe replicato in una piccola deliziosa tela di sua mano e di pari soggetto, conservata a Castelvecchio. Una seconda importante desunzione di alta qualità realizzativa è stato inoltre identificato per il Santo non identificato che regge la graticola a San Lorenzo, che rispetta gli stessi modi, in controparte, in un opera di collezione privata. L’opera sostiene la propria capitale importanza non solamente nel ruolo testimoniale dello stato di approfondimento che nella pittura emiliano-bolognese Giarola aveva raggiunto probabilmente intorno alla metà degli anni ’50, o dei sottili rimandi tra le invenzioni osservate per la composizione e la soluzione formale delle singole figure, ma anche per la buona condizione conservativa cui è giunta alla conoscenza degli studi, e soprattutto per la notevolissima qualità formale, in linea con le migliori produzioni del maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686840
  • NUMERO D'INVENTARIO MS005327
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • ISCRIZIONI sul retro della cornice - 000715 - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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