Madonna con Bambino
dipinto,
Bondi Felice Andrea (attribuito)
1670/ 1733
Dipinto ad olio su tela su telaio ligneo moderno, con biette di espansione. Dal retro si apprezza la foderatura della prima tela. Il telaio si trova alloggiato all’interno di una cornice a cassetta in legno verniciata di nero che presenta sul fronte battuta modanata a ovolo con listello interno dorato. La Vergine è raffigurata a mezzo busto, di tre quarti, mentre sorregge con le braccia e quasi depone sulla coperta di un tavolo, sopra ad un cuscino azzurro, il Gesù Bambino addormentato ed appoggiato alla sua spalla, la testa parzialmente coperto dal velo della madre
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Bondi Felice Andrea (attribuito)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Cignani Carlo (bottega)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo della Residenza della Cassa dei Risparmi di Forlì
- INDIRIZZO Corso della Repubblica, 12, Forlì (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Inedita composizione di grande interesse nella definizione della personalità artistica di Felice Andrea Bondi, uno degli allievi forlivesi di Carlo Cignani negli anni attesi all’impresa della cupola della Madonna del Fuoco. In verità agli apprezzamenti dei cronisti ed alla stima professata da Marcello Oretti nei propri censimenti dedicati alla pittura in Romagna, poche sono le informazioni su Felice Andrea, il più giovane dei due fratelli Bondi rispetto a Francesco Antonio, essendo noti quasi soli gli estremi cronologici ed a una pretesa interruzione brusca delle attività causata dallo ‘impazzimento’ accorsogli intorno al 1720-1721. Pare fosse più dotato di Francesco Antonio, nonostante i due lavorarono assieme a importanti commissioni cittadine (per gli Oratoriani nella chiesa di San Filippo, sia da soli sia in equipe col Franceschini e in seguito per la volta della cappella di San Pellegrino Laziosi per i Serviti, finanziati dal conte Pietro Hercolani), e una definitiva distinzione di mano nelle opere collegiali oppure uno studio organico dei rispettivi cataloghi non sia ancora stato approntato. Dalle opere note (opportunamente ordinate in Viroli 1996) si riconosce con facilità come la tela della Cassa dei Risparmi di Forlì si collochi al vertice qualitativo della produzione di Felice Andrea, mostrando notevoli assonanze con la grande pala per i carmelitani di Forlì con la Visione di Sant’Andrea Corsini alla Certosa di Firenze (in cui alla Madonna che indica al Santo la mitra vescovile è aggiunta una figura maschile, da identificare dubitativamente con San Pietro, vista l’esortazione ad accettare la missione vescovile). Nelle due opere si respira lo stesso penetrante interesse per il dato naturale, indagato con un utilizzo di lumi ed ombre quasi da ‘macchia’, in una sorta di rivisitazione postuma e tanto meno poco prevedibile in un centro artistico abitualmente riconosciuto per la stretta aderenza al linguaggio purista, quasi una sorta di dépendance forlivese dell’Accademia Clementina. L’intonazione «brunastra, trasparente e cupa», cifra stilistica del Bondi, si trova qui ad organizzare una gestione dei lumi di sapore quasi spagnolo. Tale personalità e libertà espressiva si deve pertanto considerare raggiungimento e merito proprio dell’autore, che fu collaboratore diretto di Carlo Cignani e che ad ogni modo anche in quest’opera è in grado di dimostrare la propria assimilazione dei postulati accademici nel perfetto disegno delle mani della Madonna. Lo stesso ovale della Vergine rifugge un poco gli esiti più affilati e netti di Carlo Cignani, da cui discende, producendosi in un leggero doppio mento che sottolinea la morbidezza delle carni e rinforza il sentimento del contatto tra la guancia sinistra e la testa del bimbo addormentato, che è così più dolce di quanto non avvenga nei modelli già messi su tela o su carta dal bolognese, e presumibilmente accessibili ai suoi allievi più prossimi (si richiama in parte la tela del Kunsthistorisches di Vienna – inv. Gem.224 e soprattutto quella del Palacio Real di Madrid proveniente dalla collezione di Isabella Farnese). L’uso dei rosati, che sulle guance della Madonna paiono quasi di lontano retaggio baroccesco e che d’altra parte nel corpo addormentato del Figlio paiono suggerire un dialogo con quel Francesco Trevisani che a Roma si dimostrava tanto interessato allo sviluppo di un soggetto quasi identico, con il Bambino di profilo e profondamente addormentato tra le braccia della madre, proponendo di sollevare il tema di una possibile frequentazione romana da parte del Bondi, o per lo meno di alludere a tangenze e contatti non così scontati alle diverse latitudini in cui, vista l’ampia circolazione dei modelli cignaneschi, pittori di formazione affatto differente si ponevano di fronte agli stessi problemi
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686828
- NUMERO D'INVENTARIO MS000515
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- ISCRIZIONI sul retro della cornice, in basso a sinistra - CASSA DEI RISPARMI/ di FORLI'/ INV./ N. (a stampa)/ MS000515 (pennarello) - a stampa - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0