edicola, opera isolata - ambito romagnolo (seconda metà XX)

edicola, 1948 - 25/07/1948

L’edicola commemorativa sorge lungo la strada di svalico tra la valle del Savio e la valle di Santa Sofia; fu edificata per commemorare i 26 cittadini di San Piero e Bagno di Romagna uccisi durante una feroce rappresaglia nazifascista del 25/07/1944. L’edicola appare proteggere il luogo in cui le vittime furono uccise e sepolte; è affiancata n.6 cipressi di cui n. 3 sempervirens (con circonferenza media=100cm) e n.3 horizontalis (con circonferenza media=150cm). Dietro di essa si compone il parco della memoria istituito nel 2004 dal comune di Bagno di Romagna. La bacheca all’inizio del sentiero racconta la giornata del 25 luglio nella sua angosciante successione temporale. Lungo il sentiero, pietre squadrate di arenaria, segni indelebili della storia, ricordano i nomi degli uccisi. Alle 8 del mattino 70 SS tedeschi e italiani inizino il rastrellamento alla ricerca di 30 uomini da uccidere sul Carnaio per rappresaglia. Tra le 8.30 e le 11.00 vengono bruciate 17 case e 62 persone (uomini, donne e bambini) vengono catturate. Alle ore 14.00 Don Ilario Lanzoni tenta di raggiungere il comando tedesco per perorare la causa dei prigionieri, ma viene freddato in un campo (a valle della celletta in seguito introdotta). Alle 17 molti prigionieri vengono rilasciati ma nel frattempo continua il rastrellamento alla ricerca di altri uomini. Alle 20.30 vengono uccisi gli uomini rastrellati il mattino (all’ultimo momento un uomo molto anziano viene rilasciato). I bambini e le donne vengono lasciati liberi. Alle 21 i Tedeschi trasportano sul Carnaio i prigionieri. Un giovane tenta di scapare saltando dal camion ma viene raggiunto e barbaramente impiccato al palo del telefono. Alle 21.30 tutti gli altri vengono fucilati; nella penombra due prigionieri riescono a buttarsi nel folto bosco e a salvarsi all’ultimo istante. La notte accoglie pietosa il sangue di 27 vittime innocenti Questa drammatica sequenza di fatti è quella che descrive il giorno del 25 luglio 1944, giunta fino ai giorni nostri grazie alla testimonianza di un superstite M.B. L’eccidio ebbe luogo sul passo del Carnaio, in un campo caratterizzato dalla presenza di una grande quercia; i Caduti trovarono sepoltura in tre fosse scavate proprio all’ombra della quercia, fino a che, nel settembre del 1945, vennero riportati a San Piero in Bagno, paese dal quale erano partiti. Nel luglio del 1948 venne realizzato un sacello in prossimità del campo nel quale il 25 luglio di quattro anni prima le SS trucidarono i 26 cittadini sampierani. Scendendo verso San Piero in Bagno, a circa 500 m. dal Passo, è presente un’altra Croce, in memoria di Don Ilario Lazzeroni, che coraggiosamente aveva cercato di perorare la causa dei prigionieri. Il sacello si trova in un piccolo piazzale circondato da cipressi ed assume la forma un tempietto circolare in arenaria intonacata a calce. La celletta è aperta su tre lati sui quali sono presenti piccoli cancelli in ferro battuto. All'interno della celletta, una lapide marmorea reca la seguente incisione: “VENTISEI CITTADINI DI SAN PIERO IN BAGNO VITTIME INNOCENTI DI UNA IMMANE TRAGEDIA QUI CADDERO NEL SACRIFICIO SUPREMO IL 25 LUGLIO 1944 LA PATRIA MEMORE NE PERPETUA IL RICORDO AUSPICANDO NUOVA FRATERNITÀ DI AMORE”. Nel 2004 è stato realizzato, alle spalle della celletta commemorativa, un percorso in terra battuta che porta al luogo dell’eccidio. Lungo questo percorso sono stati introdotti 26 elementi rettangolari in pietra con incisi i nomi delle vittime dell’eccidio. I nomi sono disposti lungo il percorso in ordine alfabetico scendendo dall’alto verso il basso. In questo luogo è stato mantenuto un varco tra la vegetazione per permettere la percezione del paesaggio circostante, il quale è rimasto pressoché inalterato dal momento dell’eccidio

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