For wall C (perpendicular to window) #1 (left). dipinto monocromo
tempera su pannello,
ca 2000 - ca 2000
Lavoro monocromo dipinto a tempera su pannello. Ne deriva una superficie limpida e sensuale in cui l’autore «intrappola» la luce. Il punto d’arrivo finale è un risultato che emerge da strati e strati di tonalità finemente accordate che offrono una materia vellutata e impalpabile
- OGGETTO tempera su pannello
- AMBITO CULTURALE Minimalismo
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ATTRIBUZIONI
Winston Roeth (chicago, 1945) (1945)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE GALLERIE ESTENSI
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
- INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella «Camera delle Fontane» a Sassuolo, nella «Delizia Estense», risulta senz’altro ammaliante l’incontro con l’intervento site specific di Winston Roeth, un artista contemporaneo che lavora con un vocabolario pittorico ridotto, in cui le preoccupazioni centrali sono la fenomenologia del colore, della luce e dello spazio. Ci si trova catapultati tra gli orizzonti del Minimalismo, coi suoi elementi di ripetizione, di geometria, di temporalità, di materialità, di serialità, di riduzione della soggettività e di esperienza fenomenologica. Undici opere, dipinte su pannelli di legno con vari strati di pigmento puro, miscelato con tempera, permettono all’artista di costruire il colore finale delle superfici, un colore che evolve e cresce attraverso la sovrapposizione di strati su strati dalle tonalità ricercatissime. Il punto di arrivo è ipnotico. Jean Bóulanger (Trojes, 1606 - Modena, 1660), nella Camera delle Fontane, aveva tratto ispirazione dalle storie di Plinio o di Ovidio, da storie di acque e di fontane abitate da divinità. L’acqua, che nei suoi movimenti, a livello superficiale o profondo, è metafora della fluidità della vita e dell’esistenza, diventa ora elemento di riflessione per le superfici bicromatiche dell’artista, che ha operato tramite una campitura interna racchiusa da una piccola fascia cromatica esterna di colore diverso. Le stesure liquide e trasparenti di Roeth ci inducono a esplorare l'interazione tra colore e luce su una superficie che, insieme alla bordatura perimetrale, intende creare profondità spaziale e dirigere la percezione dell’osservatore sull’illusione simultanea di contenimento ed espansività. Il fascino del colore esalta, in parallelo, le qualità mutevoli e coinvolgenti dei dipinti e della loro messinscena. Roeth utilizza così, per creare effetti opachi e perlacei, una gamma cromatica limitata ma infinita nella molteplicità delle varianti: i pannelli spaziano tra turchese e oro, tra un bianco di nebbia limitato dal grigio, tra un riverbero di nuvola e il limite di una banda grigia, tra un celeste stinto chiuso da un cinereo azzurrato, tra il rosa e l’oro, tra un fucsia perimetrato da nero e oro, tra un chiarissimo celeste e il bianco, tra un rosa antico illanguidito e l’oro, tra un giallo limone e una fascia grigia, tra un bianco contornato da altro bianco… Il pigmento sembra possedere particelle mutanti che reagiscono per diventare spente o traslucide, emergenti o sfuggenti. Risulta così evidente che l’artista ha voluto creare una serie riduttiva di strutture compositive e ripetitive, essenziali e sistematiche, che si dispiegano con eleganza e coerenza nell’ambiente barocco, in una dimensione di raffinato estetismo e di ricercatezza. L’obiettivo raggiunto, nel risultato finale, è la ri-caratterizzazione di uno spazio su cui si è modellata una nuova dimensione, sofisticata e di forte impatto sensoriale. In questa rappresentazione estetica esclusiva il non- rappresentativo, il non-figurativo, il non-immaginario, il non-espressionista, il non soggettivo rimandano alle influenze di Ad Reinhardt o di Robert Ryman. Nel clima di superamento dell’espressionismo astratto il monocromo intercettava, già negli anni Cinquanta, precise linee guida, quali il rifiuto della soggettività esasperata, la chiarezza di ogni equivoco mimetico e l’individuazione di un rapporto di scambio proficuo con la spazialità dell’architettura quale eredità del Costruttivismo. Ciascun quadro, ciascuna pittura di sensazione – ove il termine rimanda non ai sentimenti quanto alla percezione fisico/visiva - non è perciò collocata a riempire un vuoto nella Camera della Fontane: è soprattutto strumento funzionale - con tutta l’attrattività di una soluzione radicale ed estrema – alla verità del dipingere quale percorso ineludibile della storia dell’arte e della bellezza della pittura. L’intervento di Winston Roeth, a Sassuolo, nacque nel contesto della mostra intitolata «Monochromatic Light» (settembre 2001-settembre 2002) curata da Filippo Trevisani, all’epoca soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia. Da allora queste e altre opere della citata rassegna sono rimaste collocate nelle antiche cornici dell’appartamento dorato e stuccato. Qui la testimonianza dell’opera dell’artista iconoclasta non plaude dunque alla «morte della pittura» ma chiede una lettura nuova e aperta, capace di assorbire superfici vive e vibranti, in grado di esprimere una particolare declinazione degli orizzonti della contemporaneità. In questo modo la Camera di Sassuolo rende omaggio a uno dei maestri riconosciuti dell’arte contemporanea e, grazie alla donazione Panza del 2005, può fregiarsi di un arricchimento del proprio patrimonio, coerentemente con la tradizione del grande collezionismo estense
- TIPOLOGIA SCHEDA opere/oggetti d'arte contemporanea
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676938
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario R.C.G.E. n. 17866
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Ducale di Sassuolo - Gallerie Estensi
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0