Cupido. Cupido

dipinto olio su tela, post 1836 - ca 1838

dipinto ad olio si tela

  • OGGETTO dipinto olio su tela
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 119 cm
    Larghezza: 91 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Carlo Zatti parla del «Cupido», insieme al «Milone da Crotone», in una autobiografia giunta fino ai nostri giorni (C. Zatti, Autobiografia 1835-1873, ms. autografo, 1880, coll. priv. - copia in Archivio Storico del Comune di Brescello). Per quanto più ci riguarda, in merito all’opera, il pittore cita con dovizia di dettagli l’episodio del rifiuto dei due dipinti che dovevano essere esposti, nel 1838, presso la dimora di Giuseppe Pisani. L’allora direttore dell’Accademia Atestina, così racconta lo stesso Zatti, non espose il suo «Cupido ed il Milone». Come spiega il brescellese nelle sue memorie, Francesco IV si recò in visita alla mostra e, saputo che i due dipinti di Carlo Zatti erano stai respinti, «interessò il segretario di gabinetto del Duca di avvertire questi del fatto, allora il Sovrano fece avvisarmi che desiderava vedere i due miei quadri […] mi diedi premura di farli trasportare al Palazzo Reale e il Duca prendendomi al braccio dall’anticamera […]» decise di acquistare sia il «Milone» sia «il Cupido del quale pure ne fece lode» (Filippo Silvestro, Carlo Zatti, pittore: Brescello 24 settembre 1809 - 10 febbraio 1899 - Volume 120 di Bollettino storico reggiano - Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, Sez. di Reggio Emilia, 2003, pp. 24-27). Tutto ciò ci permette di determinare il momento d’acquisizione della tela, realizzata durante il periodo di formazione del pittore presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il Cupido, con le sue cromie ricercate, con il calibrato disegno rigorosamente classicista, è influenzato dagli orientamenti di Pietro Benvenuti (Arezzo 1769 - Firenze 1844), suo maestro, e mostra il giovane Zatti assai ossequioso ai precetti del docente. Carlo Zatti ha certamente guardato a come Benvenuti impostava il tema mitologico ed è probabile che abbia preso a piene mani dal Cupido delineato dal Benvenuti nel «Cefalo e Procri», realizzato nei primi anni del secolo (Venezia, Pinacoteca Manfrediniana del Seminario). L’arciere, divinità per eccellenza dei capricci d’amore, è certamente uno dei soggetti più trattati dagli artisti in ogni epoca, dalla antichissima scultura di Lisippo al Parmigianino, da Raffaello a Canova. Così, alla maniera del suo mentore e sulla base di esempi di riferimento, il pittore costruisce un’immagine credibile sullo sfondo di un paesaggio in cui anche il tempietto sullo sfondo partecipa di un saggio vedutismo artificioso nel contesto di una brillante varietà di invenzioni: una veduta ideale, in cui l'artista saggia i suoi punti di arrivo estetici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676905
  • NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. n. 2902
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1836 - ca 1838

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE