estasi di San Francesco d'Assisi
disegno,
ca 1601 - ca 1610
Crespi Ortensio (1577/ 1620)
1577/ 1620
Disegno a matita nera e matita rossa su carta tinta. Il foglio è controfondato, incollato su cartoncino bianco. Il disegno rappresenta la testa di S. Francesco in estasi, con lo sguardo rivolto verso l'alto e la testa inclinata verso sinistra
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta tinta/ matita nera
carta tinta/ matita rossa
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ATTRIBUZIONI
Crespi Ortensio (1577/ 1620): disegnatore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale di Parma
- LOCALIZZAZIONE Palazzo della Pilotta
- INDIRIZZO Piazzale Pilotta, 13A, Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In "La Regia Galleria di Parma" di Corrado Ricci del 1896, si legge "Imitazione dura e povera di un S. Francesco di Guido Reni. Alcuni credono invece di vedervi la maniera del Barocci. Venduto dal Dott. Luigi Montanari nel 1884". Nell'Inventario generale corrente, manoscritto del 1938-39 e anni seguenti, conservato presso la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza, è segnalato come opera di un seguace del Reni. Nel corso del tempo il disegno ha avuto diverse assegnazioni. Nell’inventario di Corrado Ricci l’opera era identificata come scuola di Guido Reni, addirittura qualcuno l’avvicina alla maniera di Barocci. Una nota manoscritta, trovata all’interno del passe-partout, mette in relazione il disegno ad un celebre artista lombardo: Giovan Battista Crespi detto il Cerano. L’attribuzione nasce dal confronto con un disegno del pittore, raffigurante la testa di San Francesco vista di profilo (cfr. Rosci M. (a cura di), “Mostra del Cerano”, Novara 1964, p. 101, n. 125, fig. 159). Nel 1980, ad un’asta di Milano, compare una copia del disegno trattato, venduto come lavoro di Ortensio Crespi, fratello minore del Cerano (Asta “Finarte”, Milano, 27 maggio 1980, n. 337), e databile entro i primi anni del XVII secolo. L’ubicazione del foglio è rimasta ignota. Il riconoscimento a Ortensio è stato condiviso dal Marinelli (1987) e, in seguito, dalla Bora (2005). La figura del Crespi è sempre rimasta un po’ in ombra nella bottega del fratello maggiore, solo in anni recenti è stata riscoperta e gli sono state riconosciute alcune opere. La pittura del giovane subisce molto l’influenza del Cerano, tuttavia non lo segue fino in fondo, le sue immagini sono più rigide e arcaiche, ma gli concede “un più accentuato patetismo riformistico” (Bora 2005, p. 220). Nel primo decennio del XVII secolo, Ortensio formula un modello di San Francesco in estasi o con le stigmate, ispirati a sua volta da opere del Cerano. Considerando le numerose repliche o varianti create dal Crespi, il soggetto deve aver ricevuto grande consenso tra i contemporanei. La testa del Santo, qui rappresentata, è legata ad una tavoletta ad olio attribuita ad Ortensio crespi, proveniente dalla galleria Giulio Pompei e conservata al Museo di Castelvecchio a Verona. A sua volta, il dipinto è una replica parziale di un altro quadro conservato nella cappella gentilizia novarese di S. Lorenzo, datato 1608. La figura di San Francesco mostra lo stesso luminismo metafisico e astratto della pala di Novara, qui ridotto al solo volto del frate all’interno di una piccola tavola quadrata. E’ riconoscibile la stessa maniera di dipingere in modo ossessivo e minuzioso i sottili raggi dell’aureola e la regolarità nel riprodurre il volto rotondo del Santo con il colletto del saio squadrato. Anche questo disegno presenta le stesse caratteristiche, realizzato a matita nera e rossa, il segno è tracciato con una minuzia e una tecnica esecutiva quasi da incisore, lo si nota anche nel tratteggio incrociato. Non si esclude che sia stato tradotto anche a stampa. Sitografia: http://www.museodeicappuccini.it/collezione-ortensio.asp
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800636392
- NUMERO D'INVENTARIO 980
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI recto, in basso a sinistra - 980 - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0