placchetta di cofanetto,
Bottega Degli Embriachi (bottega)
1390 ca - 1430 ca
Placchetta in osso da cofanetto alla certosina raffigurante l’incontro tra un uomo e una donna
- OGGETTO placchetta di cofanetto
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Settentrionale
-
ATTRIBUZIONI
Bottega Degli Embriachi (bottega)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
- LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La placchetta in osso da cofanetto alla certosina raffigura l’incontro tra un uomo e una donna. Essi incedono l’uno verso l’altra. La donna, vestita semplicemente, si porta le mani al ventre, mentre l’uomo sembra muoversi verso di lei nella sua semplice e corta tunica. Nonostante la semplicità dell’abbigliamento e l’assoluta mancanza di fronzoli ed ornamenti, la scena emana grande delicatezza e grazia. Le due figurette sembrano muoversi in un dolcissimo passo di danza e sono dignitose ed eleganti. Queste immagini appaiono delicate e quasi fragili ma, al tempo stesso emanano una grande spiritualità e vita interiore. I panneggi sono resi a fitte pieghe longitudinali parallele che creano armonici contrasti tra luci e ombre donando eleganza e grazia. La placchetta fa parte di una serie di dodici placchette, tutte conservate al Museo Nazionale di Ravenna, appartenenti alla decorazione di un cofanetto (numeri inventario: 5721, 5722, 5723, 1041, 5724, 5725, 5726, 1042, 1040, 5727, 1043, 5728). In ognuna delle lastrine sono disposte due figure, una maschile e una femminile, che si incontrano. Sullo sfondo è accennato un paesaggio, coronato da alberi lavorati a giorno, stilizzati ma ancora riconoscibili. Questa serie di pezzi rappresenta bene il primo momento di quel processo di semplificazione che interessò larga parte della produzione embriacesca, e che diede origine ad una grande quantità di prodotti sempre più schematici e meno curati. Numerosi esempi di tali materiali, fra i quali due cofanetti completi, sono osservabili nello stesso Museo (numeri inventario: 5719, 5720, 1050). Caratteristica di questa produzione è l’abbandono dell’intento illustrativo; il racconto della leggiadra favola viene sostituito dapprima con la semplice rappresentazione di una generica vicenda amorosa, suggerita, come in questo caso, tramite una serie di incontri tra personaggi maschili e femminili; poi viene eliminato ogni più piccolo spunto narrativo e ci si limita ad accostare, a puro scopo ornamentale, coppie di figure, ormai così schematiche da apparire perfettamente uguali. Una caratteristica quasi costante di questo gruppo eterogeneo sembra essere la presenza di figure, in prevalenza femminili, armate di clava e di scudo, collocate agli angoli dei cofanetti; si tratta di raffigurazioni simboliche di Virtù, anch’esse una forma di semplificazione rispetto alle più complesse raffigurazioni allegoriche che compaiono sui coperchi dei più ricchi esemplari ottagonali. La datazione di questo tipo di oggetti e la loro attribuzione è sempre stata alquanto problematica, a causa della presenza di molto materiale scadente, e di infinite piccole varianti iconografiche e stilistiche associate tra loro in maniera sempre diversa. Gli studi più recenti tendono a riportare questo genere di materiali, almeno la parte più coerente, all’attività stessa della bottega di Baldassarre, nell’ambito della quale rappresenterebbero una produzione minore e meno costosa, ma parallela a quella degli oggetti più complessi e raffinati (E. Merlini, La “Bottega degli Embriachi” e i cofanetti eburnei fra trecento e quattrocento: una proposta di classificazione, in Arte Cristiana, n. 727, 1988, pp. 267-282). In ogni caso la loro datazione non dovrebbe superare il primo decennio del secolo, che segna almeno l’esaurimento, se non l’effettiva fine, della bottega stessa. Gli esemplari più curati (come i tre citati dalla Merlini: il cofanetto rettangolare del Kunsthistorisches Museum di Vienna, il cofanetto del Museo Correr di Venezia, e la cassettina di Berlino nel volume “E. Merlini, La “Bottega degli Embriachi” e i cofanetti eburnei fra trecento e quattrocento: una proposta di classificazione, in Arte Cristiana, n. 727, 1988, pp. 267-282, figure 10, 11, 9”) che forse rappresentarono modelli per la produzione più corrente, rispondono bene a questo tipo di attribuzione. Altrettanto, alcuni esemplari esagonali, abbastanza vicini a questo gruppo, che presentano figure maschili armate agli angoli, e mostrano tutte ancora una qualità soddisfacente, come il cofanetto del Bargello (Catalogo della mostra a cura di P. Giusti e P. Leone de Castris, Medioevo e produzione artistica di serie: smalti di Limoges e avori gotici in Campania, Napoli, Museo Duca di Martina, 1981-82, p. 31), quello di Klosterneuburg (C. Theuerkauff, Elfenbein in Klosterneuburg, Klosterneuburg, 1962, numero 6) quello della Collezione Reiner Winkler (C. Theuerkauff, Elfenbein: Sammlung Reiner Winkler, Monaco, 1984, numero 17) o l’esemplare del Museum of Art, Rhode Island School of Design a Providence. Molto più problematica è l’attribuzione degli oggetti maggiormente ripetitivi e meno curati, anche perché non esiste alcuna certezza sulla presenza o meno di botteghe minori contemporanee a quella di Baldassarre. Nessun elemento determinante segna l’esaurirsi effettivo della produzione embriacesca e il passaggio ad ateliers che abbiano effettuato lavori d’imitazione, e le poche varianti iconografiche e di cost
-
CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635733
- NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 5726
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
-
DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda catalografica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0